Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

di provenienza espressionistica, che erano allora ~ come si notava più su - una sorta di passaggio obbligato per la cultura di sinistra, e che si concretavano a11chequi in un esteso impiego tipografico del colore rosso, nella riproduzione di disegni ed ,acqueforti di Grosz (effigianti, per lo più, grassi e teutonici « capitalisti »), di tavole di Guttuso, ecc.; si collegò ai dettami longanesiani in qualche rubrica di divertissement politico-letterario, dove le istanze classiste erano lasciate scorgere attraverso ìl filtro del buonsenso» tr,adizionale, o apparivano adombrate nella << poesia delle piccole cose » ( 100 ). In una rubrica di divulgazione culturale, « Enciclopedia >> ( che riproduceva il titolo di una ru·brica analoga, anche se redatta con molto maggiore perspicuità, di Politecnico) predominava, invece, la secchezz,a ideologica delle scuole di partito, vale a dire la sicumera più intransigente accoppiata ad una assoluta mancanz,a di sfumature concettuali. Questo coacervo di motivi diversi era tenuto insieme da un diffuso tono protestatario che (mentre nel corpo del giornale si esprimeva attraverso la satira più legger.a e << brillante») trovava il suo aggancio alle tesi ideologiche ortodosse negli articoli di fondo, che recavano le firme degli uomini più in vista del partito, e nelle frasi togliattiane che, incorniciate a mo' di sentenze bibliche, venivano introdotte in ogni pagina. Era quello - per intenderci - un periodo in cui una formula così antologica poteva avere particolari giustificazioni: agli inizi di Vie Nuove il partito comunista era ancora un centro intorno al quale si agglomeravano i più dispa... rati .apporti e le adesioni culturali più varie, tenuti insieme, a volte, soltanto dalla comune difesa di certe mode letterarie, espresse in un generico popu-- lismo ricco di slanci libertari e pieno di indeterminatezza ideologica. Poco più tardi, la scomunica del populismo espressionista di marca vittoriniana (con tutto quanto esso aveva significato per alcune leve di intel- ( 100 ) Il gusto per così dire, « gianniniano » del primo Vie Nuove appariva evidente soprattutto in certe rubriche intitolate <<Pallavolo » o « Molini a vento », le quali erano una sequela di brevi spunti satirici, inframezzati da piccoli cliché. La fisionomia da giornale satirico era inoltre data da disegni fortemente parodistici e di gusto espressionista, dovuti a Scarpelli, Majorana, Verdini, ecc. Tra le rubriche di divertis-- sement letterario (adattate a vari argomenti specifici) ricordiamo quella intitolata <<Cronache», redatta àa Li,bero Bigiaretti (il quale in seguito redigerà settimanalmente anche una <<Lettera di Bigiaretti »); << Poesia dello sport», a cura di Alfonso Gatto; << Diario di un economista», a cura di Agostino Degli Espinosa. [52] BibliotecaGino Bianco

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