stezza nell'impaginazione, e non ostante le rituali e gustose girls in copertina e all'interno - un settimanale piuttosto sobrio, con, in certe rubriche ed in certe pagine, un $·entore q11ias<i li vecchiotto (esso è infatti, a ben riflettere, tra i nostri settimanali quello a cui è conservato più spesso nel parlare comune, il nome di <<rivista»), Tempo dà al lettore quella, concomitante, di essere curato in ogni particolare con impegno artigianale. Non si può parlare della rivista dell'editore Palazzi come di un settimanale che abbia aperto nuove vie al nostro giornalismo di attualità, nè come di un giornale che sia riuscito, in questo o' quel caso, ad affermarsi sul piano qualitativo o mediante la tempestività d'informazione, o in virtù - che so io - di u.n servizio « monstre >> o di un « colpo di eccezione» ( 91 ): cosa che si s,arebbe potuto dire, ad esempio, del primo Europeo. La stessa ascesa di Tempo nel favqre del pubblico, lenta, senza bruschi salti di tiratura e senza rovesci di fortuna, testimonia la presenza di intenzioni più modeste ed insieme 1 meno rischiose e costose, realizzate ad un livello di piccola industria e risultanti da un accordo perfetto tra direzione e proprietà (92 ). Erede di una testata che era appartenuta ad un complesso industriale della potenza di ' Mondadori, Tempo ha offerto p-er molti anni, nella « nuova serie», il raro esempio di un giornale a larga diffusione <<fatto in famiglia » (cioè redatto e comp•ilato in due modesti locali di Via Spiga a Milano) e con mezzi rela- . ' ( 91 ) Non sono tuttavia mancati, su Tempo, articoli e corrispon,denze di una certa risonanza. Un notevole successo arrise, nel febbraio del 1948, ad una serie di articoli intitolata << La più infelice famiglia d'Europa » (quella di Umberto di Savoia e Maria J osè), in cui si sosteneva che solo l'ex-regina aveva sposato per amore, mentre Umberto si era assoggettato alle nozze per << disciplina dinastica ». Vanno ricordati tra i vari interventi << di cassetta », un ciclo di rivelazioni su Mussolini negli ultimi tempi ( << Mussolini volle saivare Milano » di Antonio Bonino, ex vice segretario del Partito Fascista Repubblicano; << La Repubblica di Salò e gli ultimi giorni di Mussolini» di Karl Wolff, ecc.) pubblicate tra il 1950 e il 1951, la << Vita della Petacci », eccetera. ( 92 ) Arturo Tofanelli, direttore di Tempo, è anche direttore editoriale di tutte· le pubblicazioni Palazzi. Aldo P~lazzi, ex direttore amministrativo del Corriere della_Sera, si è andato affermando come editore di giornali nell'ultimo decennio. Tempo è stato stampato per i primi anni in una tipografia in affitto: lo stabilimento editoriale << Milano Nuova» del Palazzi, sorto nel 1950, è oggi uno dei maggiori d'Italia, e stampa in proprio, oltre a Tempo, varie pubblicazioni di successo, come Visto, M arie C zai·re, ecc. [40] BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==