Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

paese il suo sostentamento, pensa che anche il sentimento della patria -· e il bel paese del sì, e la bandiera dei tre colori, e Garibaldi, e le cartoline col Vesuvio e il Colosseo - è un genere di consumo voluttuario, o addirittura una truffa consumata in combutta col De Amicis>> (75).Altre volte negli editoriali di Rusconi facevano capolino momenti di accesa e realistica sensibilità per i problemi sociali: « A noi interessa che non ci siano più bambini seminudi per le strade, nè donne vendute per fame, nè padri suicidi per disperazione » (76 ). Per quanto riguarda la parte più dirett.amente politica del settimanale, basti pensare che la rubrica di cronaca e commento politico dalla Capitale, << Settegiorni >>,venne redatta fino agli ultimi mesi del '46 - e prima che egli passasse all'Europeo - da Vittorio Gorresio; che l'on. Saragat - ancora prima della scissione di Palazzo B.arberini - vi veniva di frequente elogiato come « uno degli uomini veramente intelligenti fra i molti che la ribalta politica espone alla pubblica notorietà >>(77 ); e che, alla vigilia del referendum del 2 giugno 1946, ebbe luogo, sulle colonne di Oggi, una ampia e serena \ conversazione, tra uomini di varia tendenza, sul problema istituzionale, ed in tale conversione il direttore del settimanale intervenne soltanto per dichiararsi imparziale e per esortare il lettore a votare << secondo coscienza » (78 ). In un articolo intitolato << Il re è morto. Quanti grideranno: 'Viva il re'?», dieci giorni prima del referendum Rusconi ·parlava in termini piuttosto critici di Vittorio Emanuele III, consigliava la lettura della biografia, da poco comparsa, di Domenico Bartoli, e finiva col definire il vecchio ex-monarca << un debole oppresso dalla propria inferiorità fisica >>(79 ). Non meno significative, e quasi ironicamente profetiche, appaiono oggi le parole con cui, all'indomani del 2 giugno, lo stesso direttore se la prendeva coi nostalgici della monarchia che, battuti dalle urne, si preparavano a fare la guerra fredda ai nuovi istituti: << Tutte le malinconie, le esortazioni al malessere, le incitazioni più o meno scaltre alla discordia, non rappresen- ( 75 ) Da << Fuga dall'Italia » di e. r., nel numero del 2 febbraio 1946. ( 76 ) « Con permesso: l'Ita·lia >, di E. Rusconi, nel numero del 4 giugno 1946. ( 77 ) Da << Intervista a Saragat » di V. Gorresio, 29 gennaio 1946. ( 78 ) Nell'editoriale << Repubblica o monarchia? » del 30 aprile 1946. ( 79 ) Nel numero del 21 maggio 1946. [31] Biblioteca ino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==