Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

italiani: questione agraria, esodo rurale, Mezzogiorno, scuola e qualificazione professionale. Vediamo intanto quali indicazioni possiamo trarre dalla realtà che si intravede oggi in Europa e in Italia. L'emigrazione dall'Italia ve.rso i 'Paesi tr,ansalpini è in aumento, ad onta delle barriere vigenti e delle resistenze politiche operanti. Nella misura in cui le istituzioni del Mercato Comune ridurranno le· barriere, in numero e in altezza, e fiaccheranno le resistenze politiche, l'emigrazio11e transalpina potrebbe maggiormente contribuire a risolvere certi nostri problemi, dalla meccanizzazione dell'agricoltura al risanamento della mon-- tagna, dalla produttività alla industrializzazione del Mezzogiorno, che sono tuttora resi ,più pspri e difficili dalla congestione del nostro tessuto demografico. Naturalmente non possiamo ancora indicare l'ordi~e di grandezza che, in rapporto anche alle varie fasi previste per la realizzazione del M~cato Comune, può venire assumendo l'emigr.azione transalpina dalla Italia; infatti, come dicevamo, per valutare le riserve di cui appare circon.. data la liberalizzazione della mano d'opera si attendono quegli << ulti1ni chiarimenti >>cui fa cenno la Voce Repubblicana del 6 febbraio, e che saranno possibili solo quando i testi dei trattati « saranno noti nella loro interezza». Ma è certo che, allo stato, la situazione in cui l'Italia offriva una mano d'opera che nessuno chiedeva è de1 tutto cessata in Europa. Dalle statistiche dell'emigrazione italiana nel 1955 risulta infatti che le partenze ,per i paesi transoceanici si sono mantenute più o meno allo stesso livello dell'anno precedente. Sensibile •però risulta l'incremento dell'emigrazione transalpina, passata dalle 20.744 unità nette del 1954 alle 45.725 unità nette del 1955: essa si è più che raddoppiata cioè, e nuove correnti si sono delineate, di emigrazione permanente; quanto all'emigrazione s~agionale, sembra che essa abbia toccato le 123.561 unità, registrando a sua volta un incremento di ben 42.717 unità rispetto al 1954. Il bilancio del 1956 non è ancora noto: la interruzione della corrente che si dirigeva in Belgio, determinata da una nostra iniziativa e non dall'esaurimento delle domande, avrebbero potuto far registrare una considerevole flessione nel1' emigrazione transalpina; ma già sappiamo, da una dichiarazione ufficiale di parte francese, che è ulteriormente aumentato il volume della corrente che si dirige in francia; e recenti dichiarazioni dell'on. del Bo al Giorno (22 febbraio u. s.) annunciano che, per la sola << piccola Europa>>, nel 1956 hanno lasciato l'Italia 105.793 unità demografiche (fra cui 30.700 [12] Biblioteca Gino Bianco

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