Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

U. FAcco DE LAGARDA: Le figlie inquiete, Bompiani, Milano, 1956. Si trovano riuniti in questo volume molti dei vari « caratteri », <<fotolampi », << arie di Venezia », etc. - oltre ad alcuni racconti, anch'essi quasi tutti già editi - che l'Autore da qualche anno è venuto pubblicando sul Mondo e su altri settimanali. Un materiale, quindi, sin troppo vario, quanto ai <<generi», ma non difficile da tenere insieme attraverso un clima, un tono unico circolante per tutto il volume, e tale, pertanto, da giustificarlo: una moralità che irride al malcostume, che deforma i vizi e le passioni, che inclemente colpisce la goffaggine, i nascosti pensieri, le <<volontà di potenza » coltivate o <<rientrate », ma che, infine, I si sorprende troppo spesso ad odiare quegli uomini oltre ai loro mali, mostrando chiaramente il suo volto giacobino; oppure, il che è lo stesso, non esita, senza infingimenti, a dichiarare il suo demagogico amore per l' <<altra parte della barricata», per il popolo <<sano » e antiletterario. La manichea contrapposizione è dunque la sua più grossa rèmora, e lo stesso Autore sembra esserne consapevole, se si guarda a quel significativo ritorno sul tema che è La lez1:one delle cose rispetto a Consiglio d'Amministrazz·one: dal <<gràn bucaniere », dal <<pirata » passiamo al <<comm. Sandone », gelido, implacabilmente egoista quanto si vuole, ma con una sua grandezza quasi calvinistica nell'enorme congegno ostile e sotto1nesso ohe gli ruota attorno. Ma troppe volte resta solo l'impressione della mano pesante in una certa direzione; tutto è chiaramente detto ed è irrimediabilmente compromesso quall'ammiccare che fa la fortuna di un simile << genere letterario »: a sciuparlo son più che bastevoli i <<vogliosi gemiti » degli internazionali campioni della jeunesse dorée al passaggio di un villoso gondoliere, o peggio, i loro. morsi d'impazienza sul <<labruzzo ». Ma ancora un limite: l'onnipresenza di una <<ricetta » che, per intenderci, potremmo chiamare del tipo << contrasto tra la forma e la vita >>, vizia anche le figure più riuscite; prima o poi la cartilagine dello schema vien fuori e rivela il pref abbricato. Ondina, bellissima miss e ragazza infelice atterrita dagli imminenti ventino-- ve anni; l'irreprensibile signorina sessantenne con la mente piena di impreveduti riferimenti sessuali; lo scrupoloso maestro di nuoto, pieno di acciacchi e che nessuno ha mai visto in mare (<<l'insuperabile suo limite è la cintola. Come Farinata »), non sono che fra i meglio riusciti personaggi di una troppo folta galleria di tipi, tutti classificabili, si diceva, all'insegna del <<ciò che appare e ciò che è». Capita alfi.ne che Pacco de Lagarda riesca ad aver ragione di entrambi gli avversari che porta in sè - ma"nicheismo, pirandellismo - e allora le sue figure prendono terra, consistenza; sono inserite in un ambiente, Venezia, vivo come i personaggi che alimenta: il libraio della Bancarella che alterna arie verdiane e « femo duzento de tutto »; lo stanco Bullo di Rialto, che sibila tra i denti, senza voltarsi, un <<...ta morti bogie ... » a chi gli ha urlato <<Beco »; la cassiera strozzina, sessantenne carica di ori <<che ha smarrito il senso e lo stesso ricordo della · cintola » e sopratutto quel <<vocìo assor- [127] Biblioteca Gino Bianco.

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