numento architettonico non ha valore fuori del suo ambiente e che esso si conserva rispettando tutto quanto gli sta da presso; in modo analogo il centro storico di una città è intimamente legato all'intero organismo urbano e si salva solo garantendo il sano e raziona1e sviluppo deHa città nel suo assieme: la difesa del centro, come spesso si è detto, comincia in periferia. La polemica contro i vandali, i distruttori di edifici singoli e gli sventratori è stata sempre· co-ndotta dal Cederna tenendo ·presenti i criteri dell'urbanistica moderna. Come egli avverte e ribadisce nell' / ntroduzione scritta per questo volume, << il problema (della conservazione dei centri storici) è urbanistico, nel senso più ampio, indicato dall'urbanistica illuminata e progredita... Lo spostamento del centro è il primo passo di un'urbanistica appena ragionevole». Se va ascritto a rnerito del Cederna l'essere stato in Italia uno dei primi che, al di fuori della cerchia degli specialisti, hanno prestato attenzione alla lezione della ur•banistica moderna, e l'aver combattuto a fianco dei migliori urbanisti e architetti italiani in difesa del patrimonio artistico delle nostre città, non vanno taciuti alcuni rilievi ad alcune delle conclusioni e degli atteggiamenti che il Cederna ritiene di dover far propri dopo cinque anni di polemica. Un primo rilievo ri~arda l'atteggiamento del Cederna nei confronti delle riviste tecniche d'architettura, molte delle quali sono per più rispetti criticabili proprio per i motivi elencati dal Cederna: perchè hanno << il torto di credere che la storia sia fatta solo dalle opere artisticamente riuscite », perchè « mostrano una deplorevole distrazione per il disastro edilizio-urbanistico in corso », infine perchè << ragionando dell'arte del costruire e rifiutandosi di intervenire energicamente contro una situazione fallimentare, si fanno complici dei distruttori d'Italia». Tutto giusto, e più giusto e efficace ancora sarebbe se il Cederna, con il coraggio che gli è proprio, avesse indicato nomi e casi prec;isi che purtroppo J).on mancano e avesse insieme indicato quelle rare eccezioni che pure non mancano: non tralasciando di far ciò, egli avrebbe evitato che l'eventuale lettore non avvertito, credendo che tutte indistintamente le riviste tecnich,e pecchino di queste colpe, giungesse alla sconsolata conolusione che al solo Cederna è affidata la difesa deHe città. Per fortuna del Cederna - e anche delle città italiane - egli non è solo nella battaglia: riviste come << Metron » lo hanno addirittura preceduto, in questa, e << L' architettura » lo ha accompagnato, sostenuto e citato nelle singole sue iniziative, così come ha sosten·uto e citato l' << Espresso », ed ha condotto una continua polemica, attraverso i suoi editoriali e attraverso il << museo degli orrori » proposto da Roberto Pane, una continua .battaglia contro sventratori, speculatori e ignoranti, non solo sul piaJno della protesta morale ma anche su quello, più concreto, aspro e, per altro, fecondo di risultati, della pressione e della lotta politica. Il discorso sulle riviste d'architettura rimane certamente aperto, ma esso è stato sollevato, prima che dal Cederna, dagli stessi architetti. Comunque importa dire che il Cederna non è il solo a combattere i vandali. N ' I ' ' on e nemmeno so o, ne tantomeno e il primo, a sostenere un certo metodo di interpretazione critica e storica dell' archi- [120] Biblioteca Gino Bianco
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