• France sta a dimostrare come possa cedere alle lusinghe reazionarie, e immobilistiche, anche il programma cartesiano di certa « nuova sinistra>>. Mentre i primi non esitano a chiedere, per meglio tutelare gli interessi sezionali a~i propri organizzati, barriere sempre più ailte e sempre J}iù fittte, la seconda si è spinta addirittura a eccitare strumentalmente quegli stessi interessi operai. organizzati, a servirsi cioè delle paure del protezionismo operaio per coprire le paure del protezionismo padronale, secondo una tradizionale tattica di consumati reazionari, di agguerriti monopolisti. A proposito del discorso tenuto da Mendès France in opposizione al Mercato Comune europeo, e in ,p;articolare a proposito dei riferimenti alla emigrazione italiana che in quel discorso si leggevano, è stato scritto infatti da Aldo Garosci, sul Mondo del 5 febbraio, che il leader del radicalismo fra·ntese ha espresso « il sentimento dei nazionalisti con le parole dei protezionisti >>; che si ritrov.ano nel suo discorso <<gli argomenti dei ceti più antiquati dell'economia francese>>; che questi argomenti peccano peraltro dal lato della logica, poichè, quando si denuncia il pericolo per la Francia di una immigrazione di uomini dall'Italia e di una emigrazione ' di capitali verso la Germania, resterebbe da chiarire la ragione per cui gli uomini non seguirebbero i capitali. Noi concordiamo pienamente con il giudizio di Garosci (e non è d.a oggi del resto che data il nostro giudizio sullo pseudo-dinamismo di Mendès France). Fu Altiero Spinelli, se non andiamo errati, a scrivere qualche anno fa che, quando si pongono •problemi di radicale rinn~vamento istituzionale, di creazione stata1 le, gli uomini politici non si distinguono tanto in base al fatto che siedono a sinistra o a destra nei rispettivi parlamenti, \ . \ quando ir:i base al posto che occupereb·bero, sulla « montagna >>o nella <<palude», nell'ideale convenzione, quella europea nel nostro caso. Mendès France ha rappresentato un mito per certi ambienti della sinistra democratica italiana, perchè appariva l'uomo nuovo della sinistra in Europa, velleitariamente im.pegnato anzi ad aggirare sulla sinistra i socialisti; noi non abbiamo mai creduto in questo mito, abbiamo anzi ritenuto che esso non poteva sortire altro effetto che quello di aggrav,are la crisi di orientamento della si11istrademocratica italiana. Oggi, chi non lo avesse già fatto prima, dal recente discorso a Palazzo Borbone, può agevolmente misur,are fino a che punto sia vana la qualifica di sinistra sul piano nazionale quando si affondano i piedi nella <<palude» sul piano sovranazionale: .il tanto [9] Biblioteca Gino Bianco •
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