Nord e Sud - anno IV - n. 28 - marzo 1957

« Circa gli insediamenti delle famiglie contadine è da tener presente che la riforma ha fatto il massimo sforzo per sviluppare le forme di insediamento sparso. Si sono ridotti al minimo i villaggi residenziali, poichè anche nelle zone dove es~i avevano notevole tradizione, come nell'Italia meridionale, si è visto che, attuando la riforma una integrale trasformazione di territori e sviluppando strade e centri di servizio, la vita sparsa delle popolazioni era perfettamente ammissibile ». « Nel passato - spiega il prof. Bandini - si era troppo insistito su alcuni caratteri psicologici dei contadini che non avrebbero in nessun modo potuto tollerare od accettare la vita sparsa nella campagna, ma si è visto che questo era quasi sempre in dipendenza della esistenza o meno di opere e servizi generali, senza i quali la vita sparsa nella campagna è un non senso. Quando queste opere si sono attuate, si è visto che i contadini accettano come migliore soluzione la casa sparsa e il podere isolato ». Così laddove prima era deserto, e si sperava di veder nascere nuovi focolai di vita associata, si è distesa l'allucinante scacchiera delle qisette unifamiliari: tutte u·guali (si r tentata, dopo la standardizzazione dei progetti, addirittura la prefabbricazione) dotate di autonomi servizi (la stalla, il pozzo, il minuscolo silos), disposte rigidamente lungo le strade interpoderali, destinate a raccogliere, in controllato flusso, tutto il movimento delle unità umane nuovamente insediate. Nella maglia uniforme si sono poi inseriti i << centri di servizio>>.Dominati dalla chiesa, essi raccolgono, in quadrata compagine.. ~li uffici e le attrezzature tecniche dell'Ente di riforma, la scuola, la caserma, l'ufficio postale, pochi negozi e talora un bar ed un cinema. Costruiti dall'Ente, che ne possiede il suolo e le mur,a e ne controlla direttamente le attività, questi centri dovrebbero servire - appunto come dice il loro nome - ai bisogni di un determinato numero di abitanti, distribuiti nelle terre circostanti: bisogni valutati secondo un calcolo rigido e preliminare e che, evidentemente, si suppone non varieranno per un lungo periodo di tempo. L'idea non è nuova: la pianura pontina è costellata di questi centri di servizio, che ancora servono gli assegnatari dell'Opera Combattenti, abitanti nelle casette allineate lungo le strade di bonifica. Ma la funzione affidata ai borghi che nel basso Lazio s'intitolano ai nomi più famosi della toponomastica della prima guerra mondiale è senza dubbio piiù ridotta rispetto a quella dei Centri recentemente creati nelle zone di riforma. Infatti mentre i primi sono innestati in una rete di città maggiori, ancl1e [99] Bibli teca Gino Bianco

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