J perchè in essa i prolblemi della industrializzazione sono trattati con competenza e larghezza di vedute. Inoltre è da tener presente che nella prossima sessione parlamentare il dibattito su tale legge sarà al centro delle discussioni parlamentari e su di essa si misureranno le pasizioni delle rispettive parti poli ti che dell'Assemblea. Il fatto che la Sicilia, rioca di minerali fondamentali, come zolfo, sali, idrocarburi, possa disporre oggi di una burocrazia non ancora asservita agli interessi dei monopoli privati e di una classe dirigente trop,po vicina, seguita e vigilata .per consentire a se stessa atti clan1orosi di debolezza nei confronti .dei potentati economici italiani, può avere creato il sospetto, come in seguito vedremo, che nella nostra Isola non sia facile ottenere ciò cl1e si vorrebbe con le pressioni assai esperte e maliziosa... mente ingentilite dalle più sonanti lusinghe e dalle più comode ricattatorie dissimulazioni. Da questo stato d'animo nasce una delle cause di sospetto e di ambiguità in seno al potentato economico privato italiano di fronte ai programmi ed all'ansia di industrializzazione siciliana ... >. Sarebbero questi, secondo la relazione, i presupposti artati di una preferenza per un programma di investimenti agricolo e non industriale. Ma, essa prosegue, i disoccupati in agricoltura sono attualmente iin Sicilia circa 660 mila ed altri 400 mila ne verranno immessi sul mercato dalle nuove leve del lavoro nei prossimi anni. Anche se potessero essere com·piuti tutti i piani di 1 bonifica e trasformazione fondiaria che potrebbe dare un modesto e definitivo assetto alla nostra economia agricola (con un apporto della Regione e •della Cassa del Mezzogiorno calcolato in 520 miliardi), non più di 80.000 contadini oggi disoccupati sarebbero stabilmente impiegati alla fine di questo programma, cioè neppure il 10 per cento del loro numero complessivo. Per quanto riguarda poi il reddito, la relazione sostiene che esso non sarà mai elevato al livello di quello i,ndustriale, neppure portando l'agricoltura siciliana al vertice estremo di ogni più rosea prospettiva; nè un incremento del reddito pro capite comporterà l'aumento automatico delle unità lavorative addette, dato che in agricoltura l'incremento del reddito è inversamente proporzionale al numero degli occupati per ettaro. È da notare inoltre che i 520 miliardi di cui sopra dovrebbero essere condensati in cinque anni, rrtentre il quadriennio 1955-58 del Piano Vanoni prevede per la Sicilia solo 170 miliardi e ben scarse possibilità di stanziamenti ulteriori per coprire una tale differenza. Le attuali condizioni di inferiorità rispetto alle regioni del Nord non verrebbero meno in ogni caso, afferma la relazione. Ecco perchè lo sforzo va fatto invece nel settore dell'industria, che offre vaste possibilità di assarbi- , mento di mano d'opera, incremento del reddito ed estensione dei consumi. Nella seconda parte della relazione dell'on. Caro:llo sono illustrate le condizioni necessarie per nuovi investimenti di capitale in Sicilia. Tali condizioni sono - essa afferma - soprattutto cinque. E cioè: I) un [93] Bibloteca Gino Bianco
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