giungere, ma anche con la serena valutazione delle possibilità concrete, sul piano politico e su quello economico, dell'azione che oggi si intende • · proseguire. * * * La proroga al 30-6-1965 dell',attività della Cassa per il Mezzogiorno, con ulteriori dotazioni per complessivi 590 miliardi di lire, è provvedimento indubbiamente opportuno. Quando la Cassa sorse, nel 1950, il decennio per il quale la sua azione era concepita fu generalmente ritenuto un lasso di tempo abbastanz.a lungo. Ma ben presto la realtà fisica e umana del Mezzogiorno, con la complessità di tanti problemi, indusse il legislatore al passaggio ad un ,piano di programmazione dodecennale. Questo nel 1952. È ora frutto di quella stessa realtà la proroga triennale, che il Governo contempla. · Ma di ciò non v'è causa, va detto ben chiaro, in ritardi della Cassa sia nella ripartizione per programmi annuali degli interventi corrispondenti allo stanziamento complessivo del piano dodecennale, sia, tanto meno, nella progettazione e nella esecuzione delle opere comprese nel piano dodecennale stesso. Quella che si afferma è invece la necessità di completare gli interventi in programma, con gli estendimenti già stabiliti e di assicurare la massima possibile funzionalità, organicità e produttività degli interventi. Risulta, invero, dalle statistiche ufficiali che la Cassa, al 30-6-1956, cioè al termine del suo sesto esercizio, aveva compreso - nei programmi annuali relativi ai primi sei esercizi finanziari - interventi, in complesso, per miliardi 963,8, corrispondenti ad oltre il 75% del totale degli stanziamenti che sono previsti, com'è 11otoin 1280 miliardi di lire per il dodicennio. Così pure, al 30-6-56,risultavano pervenuti alla Cassa, o redatti dalla stessa 7.290 progetti di opere pubbliche per l'importo di miliardi 804,5, pari al 93 % della spesa complessiva (esclusa la Riforma agraria) prevista dal piano dodecennale per le opere pubbliche; ne risultavano approvati 6.056, per l'importo complessivo, al netto delle riduzioni derivanti dall'oculat~ istruttoria della Cassa, di 576,7 miliardi di lire, e, una volta escluse le quote a carico dei privati, corrispondente al 65 '% 'del piano dodecennale; ne risultavano appaltati per miliardi 470,8, e, una volta escluse le quote a carico dei privati, miliardi 456,1 pari al 53·%, sempre del piano dodecennale. Al 30-6-56 [7] Bibloteca Gino Bianco
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