Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

può non preludere almeno a qualche tentativo di risalire la corrente e di revisionare, al vaglio del tempo, qt1ello che sopravvive del bagaglio ideologico tradizionale. Il solo accingersi a quest'opera di sistemazione, con tutta la serietà e l'appassionata onestà intellettuale che essa richiede, significa già lasciarsi alle spalle il periodo della cattività frontista, durante il quale i comunisti si erano adoperati con ogni cura a disconoscere e vilipendere il patrimonio ideale che aveva sorretto le esperienze socialiste nei primi due decenni del secolo, rinnegando la storia del movimento operaio prima del Congresso di Livorno con uno sbrigativo quanto significativo rifiuto. Una occasione quanto mai propizia per far luce, in piena indipendenza di giudizio, su tutta la storia del movimento socialista in Italia è stata recentemente offerta dall'iniziativa, presa dalla direzione del P.S.I., di pubblicare, per le edizioni « Avanti! », una storia del quotidiano socialista in occasione del sessantesimo anniversario della sua nascita. Il primo Yolume di questa storia, affidato alla cura di Gaetano Arfè - un giovane intellettuale socialista proveniente dall'Istituto Italiano di Studi Storici, e già curatore di un volume di scritti di Salvemini - abbraccia i primi trent'anni di vita del giornale, dal dicembre del 1896 all'ottobre del 1926, data in cui l'Avanti! fu costretto ad interrompere le pubblicazioni in Italia per poi riprenderle, nel dicembre dello stesso anno, a Parigi. Con la fondazione in Roma di un grande e moderno giornale, il partito socialista italiano, sullo scadere del1'800, si avviava ad uscire di minorità: aveva elaborato uno strumento validissimo di critica, di polemica, di agitazione, capace di appoggiare fruttuosamente l'opera dei parlamentari, di fiancheggiare il lavoro di organizzazione operaia e contadina, particolarmente fervido a quell'epoca, di agglomerare intorno al partito, quando se ne avvertisse il bisogno, il consenso e la collaborazione di rappresentanti autorevoli della democrazia « borghese », di sottolineare lo stretto collegamento del socialismo italiano con il movimento proletario internazionale. Nell'epoca in cui i grandi quotidiani della borghesia pongono le basi dell'industria giornalistica italiana, il maggior elemento di forza e di differenziazione del nuovo giornale è la sua effettiva vicinanza alle classi popolari, il suo legame organico e profondo con i cc militanti ». Le sue fonti di finanziamento sono gli stessi lettori; il direttore è un capo socialista responsabile solo di fronte a:l partito.; la rete dei corrispondenti coincide con quella dell'organizzazione socialista, ed è costituita da cc uomini che portano nella loro attività non l'indifferenza del professionista, ma l'interesse vivo di chi è personalmente partecipe della lotta che il giornale conduce ». Emanazione diretta del partito, l'Avanti! ne interpreta gli umori dominanti e ne riflette le polemiche interne; sicchè, facendone la storia, l'Arfè finisce per fornire un panorama vivacemente critico del vario alternarsi, confondersi [78] Bibloteca Gino Bianco

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