del medesimo; talora nel fitto venivano COJJlpresetasse, premi di assicurazione, ecc. ecc.). Organismi di tipo simile, potrebbero energicamente contribuire all'industrializzazione del Mezzogiorno: sarebbe •pertanto desiderabile che fosse ammessa la costituzione dei Consorzi cui accenna la legge anche da parte di enti diversi da quelli espressamente indicati: fatto salvo, naturalmente, un trattamento preferenziale per quelli che non perseguissero fini di lucro, che si localizzassero in zone specificatamente indicate dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, che, in una parola, favorissero la politica di localizzazione industriale perseguita dagli organi governativi. C'è comunque da rilevare che anche qui, opportunamente, la concessione di contributi sulla spesa occorrente per le attrezzature è lasciata alla discrezione della Cassa e del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, ed in ogni caso non può superare la metà di codesta spesa. Tuttavia meriterebbe di essere studiata la possibilità di conferire alla Cassa e al Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno la facoltà di concedere - in conto capitale - mezzi finanziari ad organismi siffatti, dilazionandone nel tempo la restituzione dietro pagamento di un modesto tasso di interesse. Si giunge infine alla considerazione delle agevolazioni fiscali) la parte più delicata di una politica di incentivi perchè - se concesse i11discriminatamente - non consentono di esplicare alcuna direttiva di sviluppo accentuata in certi settori e in certe zone (nell'ambito dei territori in cui vengono concesse) e possono anche essere controproducenti rispetto ad altri incentivi posti in essere. A questo proposito appare significativo l'art. 20 del progetto di legge: in esso si dà facoltà alle Amministrazioni comunali meridionali di concedere - per non oltre un decennio dall'entrata in vigore della legge - esenzioni parziali o totali dalla imposta sulle industrie, di consumo, ed altre. Non si riesce a vederne l'opportunità: infatti, o le Amministrazioni in genere hanno senso di responsabilità, ed allora può prevedersi che proprio i comuni più bisognosi dello sviluppo di nuove imprese saranno nell'impossibilità di concedere dette esenzioni; oppure questo senso di responsabilità manca (del resto, sembra così cc facile » e cc poco oneroso » rinunciare a redditi che ancora non esistono e, forse) non esisteranno mai! ...) ed allora ciò comporterebbe inevitabilmente una sempre maggiore ingerenza dello Stato nella finanza locale e quindi - di conseguenza - nella vita delle comunità minori, riducendo ulteriormente le tanto rivendicate autonomie. Non si può fare a meno di ricordare, d'altronde, che anche l'esperienza america11a, nella politica di sviluppo degli Stati del Sud, co1nproverebbe che l'esenzione fiscale concessa da enti locali si risolve in una competizione che ha luogo esclusivamente tra questi enti (e non già verso territori ad essi [74] Bibloteca Gino Bianco
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