Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

meno di menzionare la stigmatizzazione mossa al progetto da parte di certi ambienti democratici di sinistra, che, da qualche tempo in qua, sembrano indulgere - nelle questioni politiche, non meno che nelle questioni più propriamente politico-economiche - ad un giacobineggiante moralismo, fondato su pregiudiziali ideologiche, e fors'anche su un aprioristico sentimentalismo, piuttosto che sulla ragionata e realistica disamina dei éaratteri e dei presupposti dei problemi che occorre affrontare e risolvere. Si è affermato infatti in questi ambienti che certe facilitazioni concesse all'iniziativa privata sono eccessive, che approvando quella parte del provvedimento di .cui qui si discorre si abdicherebbe all'attuazione della sostanza e dello spirito del Piano Vanoni: che, insomma, esso si risolverebbe, se approvato, in un mettere « il · Sud all'incanto » ! E, tutto ciò, senza preoccuparsi di motivare in termini appena meno che vaghi gli assunti suddet:ti. Si sono, cioè, formulati giudizi a valere in generale, mentre che - a nostro parere - trattasi di giudizi che potrebbero valere in determinate, presupposte condizioni, e possono viceversa non valere in determinate, differenti ipotesi. Ora, sembra appropriato e tempestivo asserire che le posizioni da questa rivista assunte nel campo delle considerazioni d'ampio respiro e visuale, sul piano cioè dei giudizi che vertono sui criteri generali di politica economica, non potrebbero differire - anche per ciò che concerne lo specifico argomento che qui si tratta - da quelle più volte ribadite, e proprio di recente espresse e riassunte con chiarezza da V. Apicella (cfr. Nord e Sud) n. 24, nov. 1956: « Lo sviluppo economico del Mezzogiorno », pagg. 21 sgg.). E, su codesto piano, nulla v'è di essenziale da aggiungere all'asserto per cui cc anche questo provvedimento ... avrebbe dovuto essere inserito in un'azione coordinata, che armonizzasse i vari interventi da effettuare nei diversi settori, di modo che gli obiettivi particolari di ognuno non rlultassero magari contrastanti con le finalità ultime della politica di sviluppo » (loco cit.) pagg. 23-24). Semmai si potrebbe aggiungere che anche recenti manifestazioni della azione governativa e legislativa valgono a denunciare la carenza di coordinazione ed univocità nelle politiche di settore: cosi dicasi per la proroga dello status quo in materia di agevolazioni all'edilizia, che pure, in passato, si sono .dimostrate tutt'altro che rispondenti agli scopi perseguiti; cosi dicasi per i termini e i modi in cui si è presa la nota decisione sulla spinosa questione delle tariffe elettriche, ponendo il Parlamento di fronte ad un aut-aut di carattere strettamente politico, su una questione che andava vagliata in tutte le sue fondamentali implicazioni economiche; così potrebbe ben anche ripetersi per l'estrema indecisione che ha caratterizzato l'azione governativa (se pure può parlarsi di « azione » in senso proprio) di fronte alla situazione d'emergenza prodottasi nel settore energetico in conseguenza dei ben noti avvenimenti internazionali; e l'esemplificazione potreblbe purtroppo continuare. ' [67] , Bibloteca Gino Bianco

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