Renan riceveva ogni sera una lettera contenente queste poche ma decit,Ìve parole: "Vi sarà un inferno·, sig11o·re''. Era un pazzo a mandargliela. Sarebbe opportuno che un altro pazzo, il più saggio dei pazzi, spedisse ogni n1attina ad ogini italiano una lettera concepita press'a po·co così: "Vi sarà un dopoguerra, signore " » (51 ). Queste notazioni di. costume (piene di una sconcertata attesa di quello che subentrerà alla distruzione di tanti miti) .assumono in Domenica un carattere più preciso e concreto, più attivo: quasi di un rifiuto opposto da una intera generazione - quella degli ex-fascisti dai venti ai quarant'anni - a chi la invita a rinnegare tutto il suo passato come una nera serie di errori e di delitti. Una tale posizione, che non di rado assumeva i toni di una vera e propria animosità, non nascondeva alcuna arrière-pensée di natt1ra nostalgica o antidemocratiça. Era solo un dato di temperamento che si rifletteva, con sintomatica frequenza, sui temi del giornale; e rispecchiava la diffusa insofferenza delle ultime leve intellettuali del fascismo a dover assumere, proprio nel mo.mento in cui stavano per guarire dagli antichi mali, un ruolo subordinato nei riguardi del vecchio personale politico e culturale del prefascismo, che andava ricostituendo la vita democratica in Italia, e a dover abbandonare i « destini del Paese» 1 nelle << mani, certo esperte, ma un poco tarde ed esangui, di costoro ». « C'è chi definisce la generazione di mezzo (quella dai 25 ai 40 anni) s·ospetta', e chi la definisce 'bacata' -- scriveva il settimanale -. C'è chi vuole 'sterilizzarla' e chi propone più concretamente di privare dei diritti politici e magari di quelli civili una buona parte dei suoi 1nembri. Tutti questi ragionamenti andre 1 bbero (almeno dal punto di vista formale) benissimo· se lo Stato italiano fosse una :monarchia autocratica, sul tipo della Restaurazione. l\1a in un regime democratico, e per giunta ancora da fare, una generazione, un gruppo di uomini è quello che è: una forza politica che o si utilizza o ci sfugge. Ricordiamoci di un motto, non suo, usato da Mussolini coin tono intimidatorio, ma che si presta anche ad altri toni: chi no,n è con noi è contro di noi » (52). La incontestabile frattura di tono, di gusto, di carattere, esistente tra questi intellettuali che « pur non volendo affatto essere uomini di ieri, non ( 51 ) << Dopo sarà più triste» di Mino Caudana, nel numero del 19 agosto 1944. ( 52 ) Nel numero del 17 dicembre 1944. [64] I Bibloteca Gino Bianco
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