rato>> (37 ), affioravano, se pure in forma ancora blanda e discreta, la pole-- mica e l'ironia contro i <<fantasmi>>dell'.antifascismo, la satira contro il parlamentarismo e i <<professionisti della politica»: << !È necessario che non ricadiamo nelle dispute, nei rancori, nelle diatribe dei vecchi partiti . I tempi sono passati. Gran parte del passato è morto. Non possi.amo ac cettare il ritorno dei fantasmi... Tornano oggi uomini cui crediamo che s arà diff icile, per coscienziosa che sia la rispolveratura, togliersi di dosso tutte le ragnatele di un ventennale silenzio ... » (38 ). Non è certo il caso di attribuire eccessivo v.alore indicativo, sul piano politico, a tali espressioni, n ate dalla penna di un mite giornalista deamicisiano in giorni tanto ,co nfusi ed amari, e percorse da una non dubbia onestà di intenti: valeva t uttavia la pena di notare queste coincidenze e priorità sul piano del costu me, e co- • gliere questi atteggiamenti al loro primo ap·parire. Abbiamo V•dlutodedicare un certo spazio a questi settimanali f ioriti e scomparsi negli ultimi anni del fascismo, sia perchè, nelle test ate, nella fattura, in mille atteggiamenti, essi chiaramente preludono alla fioritura, cui abbiamo assistito nel dopoguerra, della più moderna e diffus a stampa illustrata di attualità, sia anche per la considerazione che, pur ric ordati da molti come «precursori», non ci pare essi siano stati mai esaminati con sufficiente cura e adeguatamente <<spiegati>>,nelle loro caratteris tiche più vitali e nel loro poco o molto interesse storico, a chi non abbia mai avuto occasione di leggerli. Resta qui da ricordare un altro importante settimanale a rotocalco, per il quale tuttavia la curiosità ed il gusto della scoperta risulteranno alquanto attenuati, per il lettore più giov ane, dai fatto che esso sopravvive tuttora, e in una forma che, sebbe ne si sia evoluta, rivela chiarame11te la fedeltà alle origini. Si può dire, anzi, che la formula di Tempo, stampato da Mondadori tra il '39 e il '43 (39 ), sia ( 37 ) Da un editoriale dal titolo << O vincere o morire», nel numero del 17 luglio 1943. ( 38 ) Dall'editoriale << Premessa alla libertà», nel numero del 31 luglio 1943. ( 39 ) Fu diretto dapprima da Alberto Mondadori con redattore-capo Indro Montanelli; poi, dall'agosto del 1943, per poche settimane, da Artur o Tofanelli. Durante la guerra fu edito in molte lingue straniere: albanese, croato, fra ncese, greco, rumeno, spagnolo, tedesco, ungherese. Facevano parte della redazione, oltre a Montanelli, Carlo Bernard (poi Bernari), Ettore della Giovanna, Alberto Latt uada. Inviato speciale di Tempo era Lamberti Sorrentino, che andò spesso in zona di operazioni, e fìnanco [56] Bibloteca Gino Bianco
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