Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

L' « ambiente » dei settimanali tradizionali è ,ancora quello della cultura inferiore alla <<media>>,fino ai limiti del semianalfabetismo o dello analfabetismo di ritorno; e la loro <<resistenza» in proporzioni numericamente così cospicue p_are attuarsi in modi singolari, poco appariscenti, quasi misteriosi, in quanto il settimanale popolare di vecchio stampo sembra lo si scorga piuttosto di rado nelle filani o nelle tasche della gente; e lo si vede, in realtà, molto meno commentato nelle famiglie, citato negli altri giornali, o portato ~l centro della cronaca nazionale dalle aule giudiziarie. Giova tuttavia riflettere sul fatto che questo tipo di stampa affida le sue fortune alle lunghe e non alle brevi scadenze, e si fa un'arma appunto delle sue doti meno vistose, cioè più discrete, più anon'ime. Nella sua politica hanno gran parte le esigenze della tradizione, della continuità, della relativa <<fedeltà>>(anche se, a volte, piatta ed opaca) ai suoi dettami antichi, i quali riflettono un tipo di esistenza (l'Italia-provincia delle « Spigolature d'ilarità>>, dei « Progressi della scienza>>e delle tavole di Beltrame) che è più lontana dalla realtà di oggi di quanto non lo sia dai ricordi e dai rimpianti di tanti nostri contemporanei dai limitati orizzonti intellettuali. I ceti nei quali il settimanale popolare recluta tradizionalmente i suoi lettori sono inoltre, per mille ragioni, i meno idonei alla discussione e al commento delle proprie letture; e pertanto andrebbe fuori strada chi si accingesse a ·misurare il successo di pubblico che continua :a riscuotere un settimanale del tipo Domenica del Corriere dai sintomi della sua maggiore o minore « presenza >>nella formazione dell'opinione pubblica. Le trincee dietro le quali esso si difende sono l'opposto .del « colpo giornalistico >> o dello scandalo pubblicitario o del processo per diffamazione; e, per quanto molto più vivace che un tempo, l'attualità vi è tuttora intesa soltanto a soddisfare « quell'affetto che radica la nostra gente ai fatti quotidiani e semplici della sua vita più che a quelli clamorosi e straordinari» (3 ). Le due tavole a colori, le antiche rubriche e rubrichette che collabo- • ( 3 ) Da << Agli amici lettori» del direttore Carlo Baflbieri (articolo di presenta• zione della nuova veste a rotocalco), nella Tribuna Ili. del 2 gennaio 1956. Il direttore del settimanale romano è anche resocontista parlamentare della catena giornalistica i\.G .A., di proprietà della Confindustria, che fornisce tutto il materiale politico a dodici quotidiani italiani di provincia. Durante il regime, il Barbieri fu direttore di· Roma fascista e del Piccolo di Trieste. [37] Bibloteca Gino Bianco

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