Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

ciclo» della politica meridionalistica, soprattutto un intenso appello al capitale e all'iniziativa del Nord perchè dia mano, con suo vantaggio, per la ripresa del Mezzogiorno. Questo è indispensabile avvenga, e d'urgenza, in ragione dell'insufficienza del capitale meridionale, gravato per di più anche dagli oneri per le quote private delle opere pubbliche e da quelli conseguenti alla riforma agraria e d.all'impegno a un'intensa trasformazione fondiario-agraria, in un'agricoltura che è oggetto di un intenso sforzo di rinnovamento dal profondo. Questo è necessario altresì in considerazione del fatto, comprovato dalla storia, che i capitali, come le specializzazioni tecniche e come le esperienze informate sugli sviluppi di av,anguardia della produzione con riferimento mondiale, non si possono im.provvisare. Hanno torto coloro che, muovendo da posizioni estreme di liberismo, o da opposte, ma non meno estreme posizioni dirigistiche, 11eganoi passi innanzi, che pure si sono fatti, e giungono addirittura alla pessimistica conclusione che nulla possa farsi nel Mezzogiorno perchè vi mane.a la « mentalità industriale>>. Porre così il problema significa cadere nell'assurdo: mentre è sotto i nostri occhi la generale visione di politiche di sviluppo ora perseguite si può dire da tutti i popoli e in tutti i continenti, non senza successo. Il nostro Stato, ed è una fortuna, non regola tutta l'economia, ma ha in pugno leve import.antissime dell'economia del Paese: basti pensare al complesso delle industrie dell'I.R.I., basti pensare a un formidabile organismo qual è l'ENI., basti pensare, infine, che è controllato dallo Stato il sistema bancario. Logica e fondata è, quindi, la richiesta che, di pari passo con una politica di incentivi, quale la si è considerata, lo Stato faccia una pcilitica volta alla localizzazione nel Mezzogiorno di complessi industriali dell'I.R.I. e dell'E.N.I., secondo una valida programmazione. Ad essa del resto, non dovrebbero rimanere estranei anche i grandi complessi industriali privati come la FIAT, ad esempio, che non dipe11dono dallo Stato nè rientrano nell'I.R.I., ma possono essere, proprio in ragione della loro importanza, cl1iamati a contribuire a risolvere un problema generale tanto impegnativo per il Paese dalla guida politica del Governo e dalla spinta dell'opinione pubblica. Siffatta program~azione deve mirare a far sorgere nel Mezzogiorno [32] Bibloteca Gino Bianco

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