Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

torto all'on. Campilli se non si riconoscesse che ha per tutti questi anni fatto del suo meglio per contrastare tenacemente tante formule di scoordinamento, d'involuzione e di dispersione in relazione all'opera meridionalistica della Cass.a.Ed è suo merito, e gliene va tributata ampia lode, avere voluto, appunto con l'art. 2 del Disegno di legge, rafforzare il coordina1nento, estendendo a tal fine l'obbligo della programmazione dalla spesa pubblica straordinaria la quella ordinaria dei Ministeri facenti capo al Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno. È, questo, un nuoyo sistema nella vita dello Stato Italiano. A nessuno può sfuggirne la pregnante importanza, anche se l'art. 2 finisce col restringere, in sede normativa, l'enunciato dell~ Relazione al Disegno di legge. In questa, invero si legge: << La Cassa fu creata come organo esecutivo di un intervento straordinario e aggiuntivo. Il presente d.d.l. mantiene all'Istituto questa sua inalterabile caratteristica e riafferma la necessità di una accentuata partecipazione delle Amministrazioni ordi11arie statali e di un più attivo coordinamento fra gli ,interventi di queste Amministr,azioni e la Cassa. Alcune particolari disposizioni della presente legge tendono a questo obiettivo». Prosegue detta Relazione: << La spesa pubblica ordinaria deve diffondersi armonicamente a nord e a sud, affinchè l'intervento della Cassa possa risultare effettivamente aggiuntivo. Si tratta di non disperdere gli sforzi cl1e promanano dalla stessa fonte, e cioè la finanza pubblica, ed è perciò che, anche per raggiungere le sostanziali finalità del I>iano di sviluppo del reddito e dell'occupazione, il coordinamento dovrà essere realizzato anche con gli enti economici e finanziari parastatali, la cui azione ha un peso deter1ninante su tutta l'economia italiana>>. Il principio così enunciato è evidentemente ineccepibile: come i conti per determinare quello che lo Stato dà effettivamente per il Mezzogiorno devono farsi tenendo presenti tutte le partite, dai lavori pubblici alla ricostruzione industriale postbellica, all'attività complessa di organismi quali, ieri, il F.I.M. e, ieri come oggi, l'I.R.I. e l'E.N.I., così la determinazione delle possibilità e la programmazione degli interventi della pubblica finanza per 1~ redenzione del Mezzogiorno non possono limitarsi ai dicasteri della spesa pubblica ordinaria ma devono estendersi secondo la realtà dei fatti e delle esigenze e secondo la logica della moderna economia. Questo non soltanto in pro del Mezzogiorno, il cui risollevamento può essere altrimenti ri- [12] Bibloteca Gino Bianco

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