Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

tendenza a togliere con una mano quello che si d,ava con l'altra ha purtroppo viziato la politica per il risollevamento meridionale che istituzionalmente, nel settore delle opere p·ubbliche, doveva obbedire al criterio primo dell'addizionalità della spesa». Chi ha seguito ~ttentamente in questi ultimi anni la vita della Cassa ben conosce gli sforzi continui per evitare la dispersione dei suoi mezzi nello spazio e nelle competenze e per contrastare la tendenza a riversare tutto sulle spalle della Cassa, dal completamento di una str,ada, allo spurgo di un canale, alla manutenzione delle opere di bonifiche che spesso ingiustificatamente si tarda a dichiarare almeno parzialmente complete. Chi conosce il fluire dei problemi affrontati dalla Cassa sa che certo tradizionalismo · dispersivo di una burocrazia, talvolta tutt'altro che ben disposta verso il nuovo organismo meridionalista, ha trovato spesso valida alleanza nella . miopia politica locale, nel persistente provincialismo, nel clientelismo trasformistico, noti flagelli del Mezzogiorno. E la Cassa è stata oggetto di attacchi sia da parte di coloro che volevano spendesse per tutto, come da parte di coloro che tendev,ano a riversare su di essa quanto sarebbe dovuto invece rientrare nei limiti della spesa pubblica ordinaria, evidentemente da mantenere, per le zone di competenza della Cassa, ,a un livello rispondente alle condizioni generali del Paese e certo da non diminuire, rispetto a quella del 19S0, proprio per l'esistenza della Cassa. Ma a che stupirsi? L'ambiente umano è molto più difficilmente modificabile dell'ambiente fisico. Come essere certi, ad esempio, che nel Sud si sia fatt0 un passo inna11zi, almeno quanto a co11sapevolezzadelle impostazioni meridionalistiche moderne, quando vengono proposte, sostenute e varate le « leggi speciali», da Napoli alla Calabria? Quale che ne sia l'occasione o la motivazione, esse sono resistite dall'esperienza fallimentare delle altre << leggi speciali » che la storia del Mezzogiorno annovera, e sono condannate dalla moderna dottrina meridionalista e dalla tecnica econo1:11icpaer le aree depresse come aberranti fonti di sperpero, una volta che dalla organicità, dalla razionalità e dalla concentrazione degli interventi e dalla loro applicazione programmata nel tempo dipende il successo della politica antidepressione nel Mezzogiorno. Chiusa questa parentesi di amare constatazioni, va detto che si farebbe [11] Bibloteca Gino Bianco

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