Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

neri letterari stessi assegna il Croce, di meri strumenti di comodo. Ma, dando per scontate tali aporie terminologiche e di coscienza speculativa, qual è l'assunto di quella che abbiamo definito la parte positiva del volume? Avvertendo come insoddisfacente sia il << relativismo storico » per il quale « ogni età è una unità compiuta in sè stessa ed espressa attraverso il suo proprio tipo di poesia, sì da non potersi misurare con nessun'altra (pp. 48-49), sia l' << assolutismo dottrinario che si appella alla ini• mutabile natura umana o alla universalità dell'arte » (p. 51), l'equa soluzione mediana sembra a Wellek e W arrer sia da ritrovarsi in un · << prospettivismo » capace di scorgere come un'opera d'arte sia insieme 'eterna' (e cioè mantenga una certa identità) e ' storica ' (e cioè passi attraverso un processo di sviluppo che può essere senz'altro delineato) » (p. 52). Ma tale « soluzione » si dimostra assai poco operante; non potendo certo considerare come segno della sua presenza i termini meramente quantitativi con cui gli Autori si liberano delle tesi avversarie: <<l'eccessiva fiducia della Geistesgeschichte », << l'esagerato relativismo », e cosi via. Formule che non sono certo di aiuto per trarli fupri dagli aut-aut delle questioni di fondo: e cioè la non chiaramente riconosciuta categorialità dell'arte e l'irrisolta relazione arte-letteratura. Sicchè, - portati - per la loro stessa cultura dalle forti venature sociologiche - a risolvere le opere d'arte nelle << poetiche » dei vari autori e dei vari periodi storici, il vivo spontaneo senso della poesia che innegabilmente essi posseggono li risospinge, d'altra parte, lontano da ogni conclusione ogni qual volta essi pensano di potervi giungere. Ad un certo punto, sono, ad esempio, costretti ad am.. mettere, ad onta di tutti i loro presuppo .. sti culturali, che << sono del tutto irrilevanti, per lo studio di Shakespeare, tutti i temi paralleli alla storia di Amleto, raccolti dallo Schik in Corpus Hamleticum, 5 voll. Berlin, 1912 » (p. 57, n. 3). Nè migliore fortuna W ellek e Warren incontrano con le classificazioni per stili: << Il realismo » e il naturalismo, sia nel dram .. ma che nel romanzo, sono movimenti let.. terari o filosofico-letterari, convenzioni e stili al pari del romanticismo o del surrealismo, da cui si distinguono non già come realtà da illusione ma per una diversa concezione della realtà, per un diverso modo di creare illusioni » (p. 292). È ancora un'altra preziosa confessione che si accompagna ai numerosi moniti a guardarsi dal sacrificare la concretezza · della singola opera d'arte al famigerato Zei·tesgeist. Ma ad ognuna di tali affermazioni si accompagnano, come si diceva, le blasfeme irriverenze ai << primi princi- . pi » di cui si è dato qualche cenno. La rivolta all' << assolutismo dottrinario» e il tentativo di cogliere - definendola - l'opera d'arte nella sua vivente concreta individualità, se non fisicità, restano dunque, per loro, dei propositi << rientrati », non riuscendo - essi che propugnano I quasi un'anatomia del singolo fatto artistico e auspicano l'analisi degli « strati» di cui si compone - ad andare, come massimo tentativo di definizione, oltre alla constatazione del numero delle pagine di cui I consta ciascun'opera letteraria, o alle <<inedite» osservazioni sul carattere << temporale » - e nòn << spaziale » ! - della letteratura (p. 294). Delle faticose e impervie ricerche di un Brandi, di un Mor• [123] Bibloteca Gino Bianco

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