signìficati, acquistano una nuova suggestione. Incantesimi e metamorfosi, pellegrinaggi con mazze ferrate, etc., si traducono in termini di esperienza reale assai più plausibili' che non l'analisi riduttiva al nulla tipico del roman-- zo realistico, o esistenzialistico che dir si voglia, di oggi. Sette anni di lacrime per svegliare il proprio destino, sotto spoglie di un principe, ripresent/tJxre sempre la stessa persona travestita a chi crede di cercare ed ha già trovato, spooare un tignoso credendo d'aver visto un cavaliere dalla chioma d'oro, e poi piangere perchè non si ha l'energia di riscoprire la chioma d'oro sotto la parrucca del tignoso ... sono casi della vita di tutti i giorni che è tutta tessuta di complessi, di condizionamenti da risolvere, di metamorfosi favolose quanto naturali; casi di cui la psico·logia moderna ci offre una faticosa analisi che ci· fa smarrire quel senso elemenlare delle cose e quel ritmo mutevole della vita che le fiabe, niella loro prrimitività, simboleggiano così vi~idamente. Della vita, ripetiamo, di tutti i giorni, non dell'epico o del drammatico che sono la vita con la v maiuscola. Ma non per nulla la fiaba è arte popolare e infantile. ELENA CRAVERI CROCE LETTERATURA A cura di Antonio Palermo R. WELLEK e A. WARREN, Teoria della letteratura e, metodologia dello studio letterario, Il Mulino, Bologna, 1956. Questa presentazione italiana di un' opera che vide la lµce negli Stati Uniti nel 1942 e sulla quale già erano noti al lettore italiano alcune opinioni autorevoli conferma quasi completamente la giustezza di quel giudizio negativo che il Croce, pur avendo del volume notizia indiretta, non esitò ad esprimere. Strano e composito libro, innanzi tutto. Anzi, a voler precisare, si tratta di almeno tre volumi, diversi fra loro e .µialamente messi insieme. Ci si chiede quale elemento in comune possa esserci fra il rapporto arte-filosofia, ad esemp_io, e quesiti del genere di quelli che si pongono i nostri autori nel chiedersi se importi « qualche conseguenza lo scrivere un primo abbozzo con penna e inchiostro o il comporre direttamente suila macchina da scrivere > (p. 112). Nè trattasi, in questo caso, di un'improvvisa vacanza mentale; chè per tutto un capitolo i nostri due autori ci ammaestrano saggiamente che << i materiali manoscritti esigeranno innanzi tutto una, conoscenza della paleografia, una scienza che ha stabilito criteri molto sottili per datare i manoscritti e che ci ha dato dei manuali assai utili per interpretare le abbreviazioni » (p. 71). Ma c'è ancora:, si diceva, una terza parte, che va considerata a sè stante; e consiste in una larga messe di recensioni - molte delle quali veramente utili e in- [121] Bibloteca Gino Bianco
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