pina di formica, la penna d'aquila o l'unghia di leone che servono a trasformarsi in animali. E per questi due anni a poco a poco il mondo intorno a me veniva atteggiandosi a quel clima, a quella logica, ogni fatto si prestava a essete interpretato e risolto in termini di metamorfosi e di incantesimo: e le vite individuali, sottratte al solito discreto chiaroscuro degli stati d'animo, si vedevano rapite in amori fatati, o sconvolte da misteriose magie, sparizioni istantanee, trasformazioni mostruose, poste di fronte a scelte elementari di giusto o ingiusto, messe alla prova da percorsi irti di ostacoli, verso felicità prigioniere d'un assedio di draghi; e così nelle vite dei popoli, che ormai parevano fissate in un calco statico e predeterminato, tutto ritornava possibile: abissi irti di serpenti s'aprivano come ruscelli di latte, re stimati giusti si rivelavano crudi persecutori dei propri figli, regni incantati e muti si risvegliavano a un tratto con gran brusio e sgranohir,e di braccia e gambe. Ogni poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo aperto, la perduta logica delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. Ora che il libro è finito, posso dire che questa non è stata un'allucinazione, .u. na sorta di malattia professionale. E' stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo, quell'unica convinzione mia che mi spiingeva al viaggio tra le fiabe; ed è che io credo q,uesto: le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi ad un uomo e a una donna, sopratutto per la parte di vita che è appunto il farsi d'un destino; la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sè un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi 1naturo, per confermarsi come essere umano. E in questo disegno, tutto: la drastica visione dei viventi in re e poveri, ma la loro parità sostanziale; la persecuzione dell'innocente e il suo riscatto come termini d'una dialettica interna a ogni vita; l'amore incontrato prima di conoscerlo, e poi sofferto come bene perduto; la comune sorte di soggiacere a incantesimi, cioè d'essere determinati da forze complesse e sconosciute, e lo sforzo per liberarsi e autodeterminarsi inteso come un dovere elementare; insieme a quello di liberare gli altri, anzi il non potersi liberare da soli, il liberarsi liberando; la fedeltà a un impegno e la purezza di cuore come virtù basi lari che portano alla salvezza e al trionfo; la bellezza come segno di grazia, ma che può essere nascosta sotto spoglie d'umile bruttezza come un corpo di rana; e sopratutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante cose, l'infinita possibilità di metamorfosi di ciò che esiste. Il romanzo vittoriano) alle origini) e per quatSii tutto l'Ottocento) è riu .. scito a mantenere la propria validità narrativa proprio perchè l'analisi sociologica e psicologica) o moralistica., che lo caratterizza restava contenuta nella ' struttura della fiaba con buoni e cattivi) eroi e mostri., incantesimi da dissipare e nietamorfosi da a1ttraversare: ed è solo da Proust in poi ch'esso va gradualmen-te e rapidamente perdendo questa validità. Oggi., al termine di questa parabola., le nostre inimaginazioni stanche di dover trovare per ogn.i romanzo contemporaneo delle chiavi si1nboliche - spesso provvisorie e arbitrarie - di dover fare il. gioco della costruzione coi pezzi disordinati di un rompicapo ambivalente., oggi i semplici e antichissimi simboli delle fiabe., così efficaci e calzanti) così legati alla domestica realtà quotidiana e così ricchi di [120] BiblotecaGino Bianco ·
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