Nord e Sud - anno IV - n. 27 - febbraio 1957

• l'una a ridosso dell'altra, a sostenersi senza regola alcuna. Vicoli e vicoletti si dir.amano dalla piazza che raramente è pavimentata, come tutte le strade del paese, d'altronde. Al massimo il fondo delle strade all'interno dei paesi è tenuto su da pietre vive, tanto che gli zoccoli degli asini ne traggono scintille. Da qualche anno si sta prendendo l'abitudine di costruire sui fondi in campagna; i paesi, un tempo, si lev,avano come rocche di pietra scurita dalla pioggia e non incontravate una casa colonica per chilometri. Un tempo il contadino si sobbarcava a un gr,avosissimo esodo pre-mattutino di chilometri per raggiungere il fondo, fuori del paese. Ai primissimi barbagli dell'alba era già in strada, bardava il muletto o l'asino, vi caricav,a sopra gli arnesi (che non poteva lasciare in campagna incust~diti) e si avviava al lavoro. A mezzogiorno interrompeva le opere della terra per mangiare un pezzo di pane e salame o formaggio e cipolle e bere un sorso di vino asprigno da una fiaschetia. All'Angelus, profittando dell'ultima luce, ritornava al paese dove giungeva stanco e già ciondolante dal sonno. Un piatto caldo, una brevissima sosta in piazza e subito era ,a letto << all'ora delle galline» perché con le galline si era alzato. I rapporti con i suoj simili, lo scambio di opinioni che non riguardassero strettamente la terra e i suoi prodotti, er.ano ridotti al minimo. Più ancora del lavoro praticato sul fondo, lo abbrutivano quelle ore interminabili a dorso di mulo in cui il contadino è solo con i suoi oscuri e lenti pensieri. E' vero che in paese si poteva sentire più protetto e difeso; ma questa funzione che il paese assolve in quanto collettività nei confronti del singolo si è scop·ertamente esaurita col diradarsi e svuotarsi dei motivi (invasioni, pestilenze) che ne determinarono, ,all'origine, la formazione. E, d'altra parte, il contadino che va a lavorare il fondo lontano dall'abitato non partecipa alla vita del paese, appunto perché alla fine della giornata, non ha più energie ed ha bisogno di recuper.are le forze per il giorno che segue, e così via. Ora ha scoperto che se vive sul fondo e lì ha la sua abitazione può dedicarsi meglio alle colture e con minore dispendio; la domenica, se vuole, può raggiungere il paese, fare le compere, trattenersi in piazza. A conti fatti il paese non gli offre quei grandi aivertimenti di cui favoleggiano i p,astori costretti a emigrare in montagna per i pascoli. Ma c'è di più: a questo trasferimento si opponevano alcuni evidenti disagi. Coloro che vivevano in paese potevano disporre dell'acqua corrente e della luce ~lettric.a: il contadino che si fosse [113] Bibloteca Gino Bianco '

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