Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

L' esamt: di essa fa parte integrante del terzo punto di cui si diceva :all'inizio, e cioè dell'aspetto politico, giuridico e legislativo dell'interco- :1.nunalità.Lo studio di tale questione in particolare, non può prescindere rda una più ampia visione dei caratteri operativi, delle forme, e degli orga- :nismi, attraverso i quali è attuata oggi, nel nostro Paese, la pianificazione. In tale inquadramento del problema occorre avere ben presenti i dati di fatto obbiettivi dell'odierna situazione: l'ordinamento politico e quello giuridico, i caratteri e le po~sibilità dell'economia nazionale, la ripartizione sociale, e, seguendo la ormai universalmente accettata classificazione di Colin Clark e del Sauvy, la distribuzione qualitativa e qu,antitativa delle attività in primarie, o a rendimento decrescente (si tratta per lo più del settore che riguarda lo sfruttamento delle materie prime); secondarie, o a rendimento crescente· (corrispondenti, nella quasi totalità dei casi, a pro- ·cessi di trasformazione delle materie prime); e terziarie, o a rendimento ..costante (atttività quasi mai manuali). Ciò pren1esso, vediamo quale ruolo giuochino, in tale ·situazione, gli urbanisti e i piani da essi elaborati, e quale i detentori dei mezzi economici della pianificazione, e gli organismi all'uopo costituiti. Per quanto la constatazione non sia positiva, tuttavia occorre ammettere l'attuale esistenza, nel nostro Paese, di due distinte ,attività di pianificazione: quella dei politici, e cioè una pianificazione a carattere essen- ·zialmente economico, e quella dei tecnici, la pianificazione, cioè, scientifico-urbanistica. Un sereno m,a spregiudicato esame della situazione porta .a riconoscere ·come esse procedano ancora oggi per vie affatto diverse; e il {atto che, in astratto, si pongano il medesimo obbiettivo fondamentale - raggiungere, cioè, attraverso opportune programmazioni ed interventi, l'obbiettivo dell'optimum economico e in pari tempo quello dell'optimum so- ,ciale della collettività - non giustifica la duplicità direzionale delle attività. Si badi che questa osservazione non ha carattere polemico, nel senso ·che non si vuole affatto, da parte di noi urbanisti, in questa o in altr.a sede, ·negare la legittimità di un preciso orienta1nento, in materia di pianifica- ·zione; degli organismi governativi, nè porne in dubbio la competenza per quanto rigu,arda l'aspetto economico-politico. E' lecito tuttavia - ed :inevitabile -· chiedersi per quanta parte la frequente inefficacia degli interventi di pianificazione non debba essere imputata proprio alla mancanza ,di coordinamento tr,a tali attività. L'Istituto della « Conferenza dei servizi >> rs4J BibliotecaGino Bianco

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