Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

giustificabile; e ciò appunto perchè le valutazioni sono state condotte su un piano inadeguato (sullo stesso piano, cioè, su cui si muovono di consueto i detrattori delle iniziative imprenditoriali pubbliche). In sostanza il fulcro di una politica di sviluppo, imperniata sulla correzione di una vasta depressione come quella meridionale, consiste nel divergere alcuna parte delle risorse produttive del paese dagli impieghi più imme-, diatamente redditizi (che si stimano incapaci ad assicllrare un flusso di reddito adeguato e duraturo, ove permanga la strozzatura costituita dalla depressione in questione) per destinarle ad impieghi che soltanto a lungo andare si manifesteranno redditizi, e che però essi soli si ritengono idonei a risolvere i problemi della depressio~e. È perciò che lo ·Stato deve avere un ruolo di protagonista nella politica di sviluppo, è perciò che alcuni mezzi devono essere sottratti alla disponibilità dei privati produttori, i quali li. impiegherebbero secondo i criteri della « naturale » convenienza economica, come si ama affermare, e cioè secondo criteri di una immediata convenienza, come sarebbe più esatto asserire. Ora, qui non interessa e non si intende deprezzare quelli che possano essere gli effettivi meriti dell'E.N.I. o dei suoi dirigenti. Nè si intende negare l'apporto cospicuo dell'Ente nel contributo dell'industria nazionale alle entrate del pubblico erario; nè, ancora, sottovalutarne a priori la portata dei programmi annunciati in relazione all'attuazione del << Piano Vanoni» e diretti allo sviluppo della ricerca metanifera e petrolifera nel Mezzogiorno (chè, peraltro, si conosce ancora poco di detti programmi). Tanto meno, poi, si intende asserire che le iniziative del tipo sopra indicato non possano essere economicamente convenienti. Ma, appunto, si intende affermare che, quali che siano i risultati positivi dell'attività dell'Ente, non se :pe potrebbe, per questo soltanto, indurne una legittimazione (siamo· sempre nel campo dei giudizi di opportunità politico-economica) ad impiegarne i frutti in iniziative non immediatamente attinenti ai fini per cui esso fu creato. A proposito del programma quadriennale elaborato dai dirigenti dell'E.N .I. si è sottolineato il fatto che al s_uo finanziamento si provvederà in larga misura mediante autofinanziamento; e che soltanto in parte relativamente assai modesta si farà ricorso al mercato dei_capitali, attraverso il noto prestito obbligazionario (la cui prima tranche è stata sottoscritta di recente). È possibile che - come è stato asserito da mclte parti - il ricorso al mercato finanziario, riducendo le disponibilità per investimenti dei privati imprenditori, si risolva parzialmente in una distrazione di prezios~ risorse da quelle destinazioni che altrimenti, sulla base dei criteri di redditività da questi ultimi assunti, sarebbero state loro impres_se. Ciò non contrasterebbe - in linea di principio - con i fini di politica economica sopra enunciati. Tuttavia è chiaro che se determinate iniziative non fossero state intraprese (e tanto meno le iniziative intraprese all'estero, soggette a rischi politici resi dram- [62] BibliotecaGino Bianco

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