mai agevole una eloquente esemplificazione circa gli « sprechi del pubblico denaro n, un tema cui non si può restare insensibili in un paese in cui le risorse di capitate sono estremamente limitate. Ovviamente ha scarso interesse che non tutte e non sempre le somme di capitale impegnate dallo Stato nella veste di Stato-imprenditore figurino formalmente nel bilancio della pubblica amministrazione: ciò che ha rilievo è la parte che esse hanno nel bilancio economico nazionale, poichè precisamente in questa sede esse condizionano sia l'intervento pubblico negli altri settori - più o meno propriamente designati come i « campi tradizionali dell'attività pubblica n - sia l'intervento degli altri operatori nel medesimo settore. Un episodio occorso abbastanza di recente, sia per i commenti suscitati, sia per la naturq. del soggetto che ne fu protagonista, offre lo spunto per svolgere qualche considerazione su quest'ultima sezione del complessq ambito della « spesa pubblica n, considerata in relazione alla politica di sviluppo economico, a sua volta da ritenersi fondamentalmente imperniata sulla correzione della depressione meridionale. L'episodio - diffusamente riportato· dalla stampa economico-finanziaria settentrionale - si verificò in occasione della « Mostra internazionale degli idrocarburi n, tenuta a Piacenza il 6 settembre scorso, allorchè un magistrato locale ingiunse alla :F.A.R.E.C. (cc Associazione tra ì Fabbricanti di Apparecchi per Riscaldamento e Cucine ») di ritirare alcuni pannelli esposti presso i propri padiglioni, pannelli nei quali l'Associazione suddetta accusava chiaramente l'E.N .I. di inopportunità e di ingiustificabile sconsideratezza per il suo intervento (ovviamente indiretto) nel campo produttivo specificamente interessato dall'Associazione medesima. In uno dei pannelli della F.A.R.E.C. - stando a quanto riportato da 24 Ore del 7 settembre - si affermava: cc L'iniziativa statale dello stabilimento di Talamona » - ossia dell'impresa destinata alla fabbricazione di cucine domestiche, la cui costituzione fa capo all'E.N.I. - u determinerà: l'inattività di aziende già esistenti; il disconoscimento dei sacrifici da esse compiuti; la disoccupazione dell'attuale maestranza distribuita in 35 provincie d'Italia». Ed in un secondo di questi pannelli, tra l'altro, si asseriva: << Non è concepibile che - in un-Paese ad economia libera quale l'Italia vuole essere - un Ente statale o privato operante in regime di monopolio impieghi gli utili in iniziative che si risolvono solo in un danno per le altre imprese esistenti, che hanno sempre pienamente soddisfatto tutte le esigenze del mercato, e che oggi lavorano al cinquanta per cento ». Soggiungiamo che 24 Ore giudicava inopportuno l'operato dei pretore nei confronti della F.A.R.E.C., prospettando anzi, non troppo larvatamente, la possibilità che esso fosse stato determinato da qualche pressione proveniente ·dall'alto. D'altro canto l'intimazione del pretore non avrebbe potuto [59] BibliotecaGino Bianco
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