in tutt'altre condizioni da quelle rea1i, lo sviluppo economico del Paese non sarebbe condizionato dallo sviluppo del Mezzogiorno: per vero non si rivela molto acuto nè persuasivo, l'asserto per cui (giacchè il succo degli argomenti di 24 Ore, presi nella loro letterale esposizione, è tutto qui) se certi dati non ponessero certi problemi, questi problemi non esisterebbero. Senonchè la questione non appare nemmeno correttamente impostata, poichè rifiuta aprioristicamente di accogliei:e, quale determinante fondamentale della « centralità i> dello sviluppo meridionale, quella interpretazione strutturale del problema dello sviluppo economico italiano più volte e da più parti ampiamente descritta, e che - sia pure in nuce - si può ravvisare nello stesso disegno dello Schema decen,nale. Un chiaro disconoscimento di quell'interpretazione si può ravvisare a]. lorchè l'articolista, ironizzan~o sulla « pia aspirazione degli illusi dell'eropeismo n, trascura di ricordare che la mobilità internazionale (più esattamente: intraeuropea) della mano d'opera, non è considerata dagli « illusi dell'europeismo i> una alternativa alla integrazione delle economie europee, ma un rù,ultato, o un obiettivo complementare, di questa integrazione: così come, sul piano mizionale, i meridionalisti. contemporanei non considerano la mobiHtà interregionale delle forze di lavoro quale alternativa alla trasformazione strutturale dell'economia italiana, bensì come integrativa di quel processo di industrializzazione del lVIezzogiorno ch'essi ritengono necessario alla suddetta trasformazione. Del resto il quotidiano milanese sembra voler ignorare i benefici economici che deriverebbero da una modificazione strutturale all'economia italiana, non meno di quanto sembra voler ignorare i costi - anch'essi economici - implicati dagli spostamenti di popolazioni meridionali verso il Nord. Di fronte all'argomento della distribuzione così detta _« naturale ii degli investimenti, quella cioè che si verificherebbe in base al principio della massima redditività, si possono poi richiamare i numerosi contributi della scienza economica, diretti a rilevare come il perseguimento della massima redditività da parte di singoli operatori non si risolva necessariamente nella massima produttività di un sistema economico. Di fronte all'argomento di una « analogia )) di effetti tra allargamento del mercato settentrionale e allargamento del mercato meridionale, stanno gli studi delle interrelazioni tra distribuzione dei redditi ed accrescimento econ.omico. Scarso valore probante ha quindi il fatto di ricordare - come fa 24 Ore - che nello « Schema decennale i> si prevede, in conseguenza di un investimento pari a 11.726 miliardi di lire nel decennio, un aumento di reddito parj a 2.600 miliardi di lire, e un incremento di circa 1,5 milioni di posti di lavoro, per quanto concerne il Sud; mentre che per ciò che riguarda il Nord, di fronte ad un investimento di 12.711 miliardi (cioè dell'8% superiore a BibliotecaGino Bianco [54]
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==