Poiché di finanziamento dello sviluppo economico nazionale si doveva trattare (e poiché sembra ragionevole presumere che l'aggettivo « nazionale » implicasse un riferimento specifico alla nazione italiana) ne discende che la trattazione, anche se scientificamente impostata su un piano di relativa << generalità », avrebbe dovuto tenere debito conto di tutte quelle realtà di fatto che valgono a caratterizzare essenzialmente la natura dello sviluppo « oggi in Italia >>. È chiaro che una elaborazione scientifica, diretta a descrivere ed inquadrare il problema del finanzia~ento dello sviluppo economico in un ambito determinato, non può spingere la semplificazione delle ipotesi di lavoro - semplificazione ch'è certo necessaria a qualsiasi schematizzazione scientifica dei problemi - sino a trascurare uno o più dei caratteri che si presentano come peculiari di quell'ambito, da una parte; e pretendere al tempo stesso, d'altra parte, di essere accolta come specificamente attinente a quel determinato ambito. In altri termini, se alcuno dei tratti essenziali della fisionomia di un determinato sviluppo economico viene _trascurato nella considerazione del finanziamento di quello sviluppo, le indicazioni che se ne traggono non possono presentare (non, per lo meno, in misura adeguata) una concreta ed immediata utilità per l'esplicazione della politica economica diretta a promuovere e sostenere quello sviluppo. Ora, non si può negare che lo sviluppo economico nazionale presenti una particolare fisionomia, conferitagli appunto dalla riconosc~uta necessità dello sviluppo economico del Mezzogiorno. Le disquisizioni sulla natura di codesta necessità - sia essa politica, sociale, o piuttosto_ economica - hanno scarsa o nessuna pertinenza a questo proposito: poiché esse, a qualunque risultato approdino, non infirmano l'esistenza di detta necessità. Cosi come non può negarsi che le e< differenze economiche regionali » non possono, nel caso italiano, essere genericamente riguardate e trattate come un dato congiun'turale, sia pure di notevole ampiezza. Si tratta palesemente di una differenziazione di carattere strutturale, che pertanto propone non già problemi generici di riequilibrio dimensionale, bensì un problema di mutamento di strutture. Nessuno, dunque, pensa di poter contestare ad « uno schema generale di sviluppo quale quello discusso a Sorrento » la possibilità e la libertà di « prescindere dalle differenziazioni economiche regionali » : nemmeno si può contestare ad altri, tuttavia, di osservare che quello schema, nei confronti del finanziamento dello sviluppo economico nazionale, più ancora che generale è generico e anche as\ratto, in quanto non fondato su tutte le pre~esse che varrebbero a qualificarlo come specifico e concreto; e quindi esso è scarsamente utilizzabile sul piano dell'attuazione pratica. _ Questa ci sembra l'esatta interpretazione del giudizio emesso dall'orga°:o democristiano sull'essere statç, il Convegno di Sorrento, un Convegno e< fuori della storia »: non essere cioè scaturito dal consesso quel concreto contributo [51] BibliotecaGino Bianco
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