rati da un liberismo di comodo, lo scarso o nullo rilievo conferito alla coesistenza, nel Paese, di due economie - l'una di carattere nettamente capitalistico, l'altra ancora prossima allo stadio pre-capitalistico -, e quindi la mancata elaborazione di uno strumento scientifico atto a fornire una concreta base per l'azione politico-economicà dei governanti; tutto ciò ha indotto l'organo democristiano a concludere aspramente: « è stato dunque un Convegno fuori della storia ». Al duro giudizio replicava 24 Ore (17 ottobre), con toni di stizzosa polemica (i quali, a dire il vero, si spinsero oltre limiti tali da destar meraviglia in chi, pur spesso dissentendo dalle tesi sostenute sul portavoce di una certa iatellighentia della « capitale morale », gli riconosceva comunque una tradizione di cc stile »), cui, peraltro, non faceva riscontro una sia pur minima consistenza di argomenti. Difatti la sostanza della réplica del quotidiano milanese era tutta racchiusa nell'asserto che « lo sviluppo delle aree depresse è un problema più sociale e politico che non economico nel senso stretto della parola, talché uno schema generale di sviluppo quale quello discusso a Sorrento può agevolmente prescindere dalle differenziazioni economiche regionali, così come ·prescinde dalla distribuzione dei redditi individuali, sempreché si presupponga il libero movimento della mano d'opera e la libera emigrazione interregionale ». Per il resto, l'articolo si dilungava prolissamente ad elencare i molteplici temi che furono toccati d<\i partecipanti al Convegno, in sede di intervento sulle tre relazioni presentate dai Proff. di Fenizio, Travaglini e Di Nardi (1 ). Tutti argomenti di indubbio interesse - quantunque non pochi di essi soltanto assai indirettamente collegati all'oggetto in discussione, ed alcuni fors'anche non pertinenti - ed altrettanto indubbiamente fecondi di suggerimenti di politica economica, giusta quanto asseriva il quotidiano milanese. Epperò si trattava di suggerimenti generici, disparati, e spesso contrastanti; e tali - comunque - non soltanto da no:11poter .essere in grado di configurare lo schema concreto di una politica economica coerente ai problemi di fondo dello sviluppo economico nazionale (ciò che del resto sarebbe stato assurdo pretendere, in sede di discussione): ma ·nemmeno adatti, per la loro stessa frammentaria singolarità, ad esprimere chiaramente un quanto si voglia scarno ed essenziale indirizzo di fondo, dal quale poi d~rivare le direttive di detta politica. ( 1 ) Rispettivamente dedicate a: « I fattori es5enziali dello sviluppo economico~, « Le fonti e· i limiti del finanziamento dello sviluppo economico», ·«Le politiche di impiego dei mezzi per lo sviluppo economico ». Di queste tre relazioni, nonchè degli interventi ritenuti più interessanti, Mondo Economico, cit., ha dato una « sihtesi ~ in un apposito Supplemento, in attesa della pubblicazione degli Atti Ufficiali del Convegno. [50] BibliotecaGino Bianco
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