Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

rivela fin d'ora tutt'altro che agevolmente suscettibile d'un ulteriore approfondimento. In effetti i dissensi non si sono manifestati soltanto su questioni marginali o secondarie: bensì sull'impostazione medesima dei problemi. E merita d'essere riportato l'eloquente ritratto che degli interlocutori ci offre lo stesso Mondo economico: cc Saldamente arroccati, gli esperti, in quella modellistica che forma ormai strumentazione accettata in tutti i Paesi moderni, per la programmazione (.....) dello sviluppo economico. Restii, per· contro, il più degli operatori, ad· accettare siffatta impostazione; ignari, per lo più, dei termini di una considerazione e inquadrazione macro-economica, di sviluppo generale, dei loro singoli problemi ». Non sono però tanto le riserve avan-·ate circa il successo del Convegno come cc dialogo » o cc incontro » fra studiosi e operatori che maggiormente preoccupano nell'attuale momento: quantunque sia indubbio che una migliore, più aperta comprensione tra « uomini di st~dio » e cc uomini della pratica» (e specialmente da parte di questi verso quelli) agevolerebbe in misura notevole l'attuazione di una politica di sviluppo. Quello che invece si deve sopratutto rilevare, è il senso di delusione ·_ anche se per lo più dissimulato dai commentatori - che ha accolto la chiusura del Convegno: l'impressione cioè che il Convegno abbia fallito proprio il suo obiettivo specifico. Significativa, a questo proposito, la polemica svoltasi nello stesso mese di ottobre tra lI Popolo e 24 Ore: e non soltanto a questo proposito, poiché, come si vedrà, da essa scaturiscono ulteriori indicazioni sull'atteggiamento di certi settori dell'opinine pubblica qualificata, nient'affatto confortevoli nei riguardi di una politica di sviluppo. L'organo democristiano non ha in alcun modo dissimulato la propria insoddisfazione circa le risultanze del Convegno: al contrario, ha rivolto la propria attenzione sulle fondamentali insufficienze delle relazioni e delle discussioni svolte a Sorrento. La trattazione di un argomento tanto impegnativo sul piano generale dell'economia e sul piano attuale della politica, da parte di un consesso di economisti ed industriali che cc si presentano come i rappresentanti, in qualche modo, sia pure a titoli diversi, della classe djrigente economica del Paese » autorizzava a ritenere - scriveva Il Pofjolo in data 11 ottobre - che cc qualunque cosa il convegno medesimo avesse affermato a proposito dei modi in cui assicurare lo sviluppo economico in Italia,. avrebbe assunto grande importanza, non solo scientifica, ma più propriamente politica ». Viceversa, fatto salvo il valore scientifico delle relazioni presentate, e fatti salvi alcuni rari interventi, nulla è stato precisato circa la natura dello sviluppo economico come si presenta cc oggi in Italia »; e si è verificat-0, in definitiva, che « il Convegno non abbia detto su questo argomento nulla o quasi nulla di utilizzabile ». L'insistente ed anacronistica adozione di schemi di ragionamento ispi- [49] BibliotecaGino Bianco

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