Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

oggi sommerge tradizioni e ricordi le cui fiammelle ancora ieri mani pie tenev,ano accese con infinito amore e sacrificio. La casa di via Valadier, dove la « zia Anna>> conserva gelosamente tutti i ricordi e tutte le carte del marito deputato- socialista, attraverso la quale vediamo passare varie epoche dell'oppressione fascista che si riflettono nelle vicende personali di un gruppetto di antichi « compagni», sarà, alla fine del racconto, nel '45, invasa da una piccola folla distratta che sciattan1ente sbriga la com1nemorazione (impedita a suo tempo dal fascismo) dell'illustre leader socialista che l'aveva abitata. È uno dei racconti più grigi e spenti del Cassola, ma non si può sottovalutarne - e basterebbe perciò porlo un attimo accanto al Metello di Pratolini - la serietà: nello scetticismo un po' querulo del Cassola, nel suo volontario deamicisismo, non vi è ombr1 a di 1nalizia nè compiacimenti sospetti. E il fatto che a tratti la narrazione prenda l'andamento infantile tipico del narratore sovietico appare quasi spontanea - ma perciò appunto più preoccupante - conseguenza di una totale rinunzia pressochè raggiunta. Egli ha cercato di far rivivere un mondo, e se non è riuscito che a ricostruire casi tipici, schemi sociologici (compagna vestale, avvocato socialista che si fascistizza, marmista toscano vecchio socialista che vede con rassegnazione il trapianto di sua famiglia in terrenopapalino, e così via...), il difetto non è nella serietà ma nella natura del suo impegno: come la ricerca del passato del Tobino ha ancora l'impronta dell'evasione crepuscolare, questo impegno del Cassola ha ancora l'astrattezza volontaristica delle posizioni di engagement dell'immediato dopoguerra, l'io aggressivo dell'uno è non meno di quello c~parbiamente più che umiliante dimesso dell'altro, prigioniero di un miraggio romanticodec,adente per cui all'introspezione intesa come esasperazione soggettivistica, e non come concreta e personale storia, non vi è altra alternativa che 1a realtà tutta esterna e materialistica, la quale può assumere tutto il peso della polvere, ma no!). certo quel c,alore della vita senza cui non si può parlare di una attualità che non sia illusoria. Il racconto di Cassola, pur nella sua estrema secchezza, ha una parti• colare complessità psicologica, e vi affiorano motivi colti in maniera tutt'altro che superficiale: così quello di un tipo di conversione al fascismo (quella dell'avvocato cognato del leader socialista), che è tutto un sèguito di giustificazioni di fronte a se stesso; concitate quanto improduttive, per cui dalla polemica contro l'astrattezza moralistica degli antifascisti si giun- [43] BibliotecaGino Bianco

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