dell'attualità psicologica dell'ultimo racconto-s,aggio del Camus di cui si parla in altra parte di questa rivista - che la nostra letteratura ancora si dibatte in un non risolto problema dell'io; e che, pur rinnegando i termini in cui l'aveva posto e cristallizzato il romanticismo decadente, non è riuscita a superarli, ma tende in genere ad evadere da essi in una realtà posta in manier;i esterna ed astratta; di modo che sia i ricordi attinti ad una memoria che del gusto crepuscolare conserva l'allenamento a tesaurizz,are le minuzie delle sensazioni (con l'illusione ingenua eh' esse costituiscano storia), sia la ricostruzione, che aspira ad essere storica, di una società, o di un ambiente, finiscono ad arenarsi nelle secche del « tipico ». E poichè questa tipizzazione non ha dietro di sè i propositi sociologici che costituiscono il limite positivistico, ma anche l'interesse documentario e polemico di quel tipo di narratìv,a saggistica che va da Sartre a Camus, il risultato ultimo è l'oleografia e una oleografia che non può essere nemmeno gradevole, poichè le mancano la grazia e la funzionalità di quella, ad esempio, deamicisiana. I due libri in questo senso più rappresentativi della stagione - anche perchè si tratta di due fra gli scrittori ormai più affermati della generazione immediatamente successiva a P,avese- sono quelli del Cassòla e del Tobino. La casa di via Valadier di Carlo Cassòla, è appunto un esperimento , del racconto a sfondo politico-sociale, e La Brace dei Biassoli, di Mario Tobino, rappresenta il più notevole aggiornamento del racconto di memoria, in quanto unisce l'enfasi lirica ad un gusto depa pittura d'ambiente, del ritratto e del p,aesaggio, estremamente concreto, in cui ritroviam~ gli elementi più compositi: soprattutto dominanti l'Ottocento italiano, fra Hayez e Fattori, il Novecento ·di Soffici. Ricco di tinte quanto ne è povero il Cassòla, lucido quanto quello è opaco; il Tobino raggiunge, comunque la stessa sostanziale oleograficità, e la realtà che egli ci offre è altrettanto ben ricostruita e altrett,anto inerte e priva di vita di quella del Cassòla; é le ragioni psicologiche ultime vengono forse, in fin dei conti, ad essere le medesime. Ii Tobino si è rivelato sinora ed è questo che lo rende in certo senso rappresentativo - uno scrittore vari.abile nelle qualità quanto fermo nel suo vizio fondamentale, che è poi quello d'essere uno scrittore toscano a cui la tradizionale bravura e sicurezza di piglio si ritorce in certo modo in mano, poichè un troppo precoce bisogno di rifinitura, cioè la necessità [40] . BibliotecaGino Bianco
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