Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

Kafka è al bando, tutto sa di meschino, di pochino, di misero, di strappato· coi denti. 1 O) Questa sera io e il più giovane dei miei runici siamo entrati in una sala da ballo per vedere gente. Il mio giovane amico è un ragazzo vivace e pieno di forza. Appena entrati si è fatto come }111 vuoto. Siamo saliti al piano superiore che guarda la pista e ci siamo seduti. L'aria è pesante intorno a noi. Si suona vecchia musica tzigana. Qui si torna smpre indietro di venti anni. Il mio amico è riuscito a farsi ascoltare da due ragazze. In francese ho preso a parlare col loro accompagnatore, un ingegnere. Non voleva parlare per nessuna ragione. Più coi gesti che con le parole gli ho fatto capire che non ero una spia, che poteva fidarsi. Ero addoloratissimo di dover far questo. Era cosi in Italia sotto il fascio. O mi sbaglio? Non voleva parlare, non voleva dirmi che si stava male, malissimo, che non vedevano luce di avvenire, che si guadagnava quasi niente. Mentre mi dice tutto questo giungono due signori giovani. E lui tace per sempre, e poi se ne è andato subito. Il mio amico è riuscito a portare in pista una ragazza. Resto solo, squadrato da pochi individui come una bestia rara. Il ballo finisce. La ragazza al mio amico gli viene come strappata dalle braccia. Doveva essere un parente. Aveva una faccia allarmata, l'uomo. cc Hai visto? » mi dice l'amico, « hanno paura di noi. Ci credono spie. Ma son riuscito a strappare un appuntamento per domam alla. ragazza ». 11) Due cose belle: due fidanzati che si baciavano contro un muro bombardato, a lungo, a lungo, due serpenti - l'amore è lo stesso per tutti - e due donnaccole, quello che resta di due vecchie militarizzate, cI:ie spettegolano furiosamente. 12) La ragazza del mio amico non si è presentata. A 111e è accaduto un fatto· straordinario. Una donna mi ha fermato e ha· voluto passeggiare con me. Abbiamo parlato a lungo in francese. Nel pomeriggio sono stato con lei. Voglio sapere, sapere dalla viva voce di una che vive a Praga. Non avevo denaro e mi ha condotto a cena in un locale. Tutti i camerieri erano, secondo me, contro il governo; come la guardarobiera dell'altra sera (in un altro locale, dove siamo stati tutti insieme; e ci hanno cantato roba napoletana) che quasi piangeva, povera donna, pensando all'Italia e alla Francia. E lo diceva chiaramente. Che pena ho sentitò. X.X. mi tastava la stoffa del cappotto, dell'abito, come sa fare solo unc1.donna. Lei è vestita poveramente,. con roba grezza. Siamo andati a casa sua, attraversando strade quasi buie. Abbiamo fatto uno strano e lungq giro. Palazzi neri. Cupi. Casamenti enormi e vecchi. bita in una povera stanzetta e ha il gabinetto, piccolissimo, fuori il balcone. Una sola stanza in cui deve far tutto. Ma lei dice di essere fortunata. Itri, in molti, si trovan~ in una sola stanza. Lei mi dice che il fratello è stato ucciso. Vive sola insieme a una collezione di vecchie BibliotecaGino Bianco

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