Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

rivoluzione, una svolta improvvisa e quasi apocalittica della storia d'Italia, da cui ci sia da attendere, messianicamente, una palz'ngenesi totale. Ma piuttosto è la continuazione di una politica che ha avuto inizio nel '47: qualche Governo può avere magari· imboccato una strada sbagliata e questo o quell'uomo di Governo può aver ceduto; in questo o quel partito si sono potute accentuare riserve o addirittura gravi deviazioni e costituirsi punti di resistenza a favore di altre soluzioni. Ma al di sopra di quelle linee divisorie dei partiti vi è stato sempre un nutrito gruppo impegnato nella _ lotta politica quasi su un programma comune, o almeno con una comune preoccupazione fondamentale: l'europeizzazione della situazione italiana. Questo vuol dire appunto riconoscere che una delle debolezze fondamentali del nostro Paese è stata l'assenza di un forte e grande partito socialista e democratico, che potesse porsi volta a volta come alternativa di Governo o come efficace condizionatore del partito cattolico: come in Inghilterra, come in Francia, come in Olanda, come in Belgio, come nella Germania occidentale. Un partito socialista e de1nocratico, cioè, che non avesse riserve o opposizioni di fondo sul regime, che operasse nel «sistema» della democrazia. Non è questo il luogo e il momento di rifare la tor":1-entata storia del socialismo italiano in questo dopoguerra; e meno ancora questo è il momento delle recriminazioni e dei giudizi sul passato. Il fatto certo è però che quel passato v'è stato e non si può cancellarlo coi desideri o con le formule brillanti e continua ad operare nel presente. L' operazio11:e di u7:ificazione socialista dovrà farsi perciò su di una piattaforma politica chiara e ferma, fuori del gioco stanco e avvilito delle mezze parole, delle allusioni, delle promesse sottovoce, degli ammiccamenti e dei tatticismi. I socialisti del P.S.I., i socialdemocratici, tutti i democratici devono essere consapevoli dell'importanza reale del modo in cui la cosa dovrà avvenire: fuori cioè degli equivoci a destra ( che la configurerebbero come· un?operazione di deteriore giolittismo) e fuori degli equivoci a sinistra (che la ridurrebbero a semplice ponte verso un nuovo tipo di fronte popolare). Europeizzazione della situazione italiana, costituzione nel nostro Paese di un forte partito socialista e democratico, vuol dire comprensione da parte di tutto il ceto dirigente socialista del fatto elementare che ha caratterizzato l'evoluzione di tutto il socialismo democratico europeo in questi ultimi dieci anni: la coraggiosa assunzione di responsabilità politica nel campo interna.zionale, la consapevolezza che nell'attuale equilibrio di potenza nel [8] BibliotecaGino Bianco

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