Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

I In effetti, come risulta da queste sue voluminose, assai ben scritte memorie (la cui metà avente interesse più attuale è stata pubblicata nella presente edizione inglese, mentre il resto è stato tagliato di proposito dal traduttore), quando il primo marzo 1917 l'organo creato dalle masse vittoriose, il Comitato esecutivo del Soviet degli operai e dei soldati di Pietrogrado, si riunì per discutere che cosa fare del potere che praticamente aveva aveva nelle mani, Sukhanov, economista di valore, marxista umanista, collaboratore del giornale di Maxim Gorki, vi sostenne che il proletariato russo nof.l poteva ancora formare il Governo, poichè ciò avrebbe supposto l'avvento della rivoluzione socialista nell'Europa più progredita, mentre invece le truppe dell'imperialismo germanico stavano ancora avanzando sulla capitale della Russia, ma non doveva neppure impegnarsi nella collaborazione ministeriale con il Governo di democrazia borghese che si sarebbe quindi formato. La rivoluzione doveva maturare, diceva Sukhanov, crescere, estendersi a tutto il Paese, varcare le frontiere, procurare alleati al proletariato in Russia, e fuori della Russia. Nel frattempo il socialismo russo doveva rifuggire sia da una troppo aleatoria, prematura, presa insurrezionale del potere, che dall'assumere corresponsabilità con il ministero della borghesia democratica, che non avrebbe potuto risolvere i problemi sociali e ai quali si dovevano solo chiedere libertà democratiche complete, la convocazione dell'Assemblea Costituente e la rapida conclusione della pace. Com'è noto, il punto di vista di Sukhanov non prevalse. Kerenski e poi altri esponenti dei vari raggruppamenti socia- ' listi entrarono nel Governo, e finirono col formarne la maggioranza, senza poter fare una politica socialista. In ottobre, nonostante che la rivoluzione non si fosse ancora verificata in Germania, le cui truppe continuavano ad avanzare, l'insurrezione bolscevica conquistò il potere. Dal carteggio, ancora inedito, di Otto Bauer con Kautsky, risulta che il primo, considerato allora, accanto al secondo, come il maggior teorico del marxismo socialdemocratico, essendo passato per Pietrogrado in settembre, di ritorno dalla prigionia di guerra, riconosceva che non vi era :iltra via d'uscita dal caos, che quella di Lenin, cioè la dittatura rivoluzionaria. Sukhanov ne convenne al termine delle giornate di ottobre, in dissenso dal capo del suo gruppo, detto dei menscevichi internazionalisti, cioè da Martov. Era già troppo tardi per formare un Governo di coalizione dei bolscevichi con tutte le forze socialiste, ostacolato da intransigenze reciproche. La dittatura del partito bolscevico (mitigata solo per qualche mese dall'alleanza con la frazione di. sinistra social-rivoluzionaria) ebbe inizio. Tutti i capi della rivoluzione russa, da Kerensky a Plekhanov e Martov, da Lenin a T rotski e a Stalin, sono ritratti sul vivo, da un notevole conoscitore di uomini, in queste straordinarie pagine, scritte non col senno del poi, ma nell'atmosfera stessa degli eventi turbinosi che sconvolsero la Russia e il mondo. Sono appunti che non avevano nessun altro scopo che quello di aiutare l'Autore, che si era trovato ad essere fra i protagonisti, a fissare quanto aveva veduto e vissuto e a ·chia rime a se stesso il significato storico. Ave.mdo aderito nel 1920 al regime sovie- [127] BibliotecaGino Bianco

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