Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

mi con lo storicismo. Col suo scritto su Federico II, che dedicò al giovane amico Marx, il Koppen diede un contributo degno di nota a questa opera, rivendicando la storia indigena, prussiana dell'illuminismo. Successivamente egli mise in rilievo il pro-giacobinismo di Fichte, e fece conoscere ai tedeschi i socialisti libertari francesi, da Proudhon agli anarcheggianti del neo-babuvismo, già illustrati, ma con scarsa simpatia, da Lorenz v. Stein. Con un altro pubblicista libertario tedesco, Buhl, tradusse la Storia della rivoluzione francese di Louis Blanc. Nonostante alcune divergenze politiche e poi il suo ritiro dalla politica, di Marx il K.oppen rimase sempre amico personale. Moses Hess, « il più anziano socialista tedesco », hegeliano, spinozista, sansimoniano, proudhoniano, dopo aver convertito Engels _ al comunismo, acéettò l'ideologia marxistica. In esilio si rivelò più estremista di Marx e di Engels ma, tornato in patria, si mise nel 1863 con Lassalle, al quale si era già trovato politicamente vicino in occasione della guerra del 1859, nella quale augurava la vittoria ai francosardi. Il prussianesimo dei successori di Lassalle deluse però il francofilo e sioni- . sta Hess. Ai congressi dell'Internazionale del '68 e del '69 lo troviamo nuovamente N. N. SuKHANOV, T he Russzan Revolution 1917. A persona! record. Oxford University Press, Geoffrey Cumberlege Publisher, Londra 1955, 42 sh. allato dei marxisti. Se .di Koppen lo Hirsch è il primo biografo accurato, di Hess egli ha studiato particolarmente il vasto epistolario, in larga m_isura ancora inedito. Su· Marx stesso questo volume fornisce alcune indicazioni assai interessanti. Meno soddisfacente è -il saggio successivo sulla Prima Internazionale, di cui lo Hirsch ricostruisce le origini basandosi su scritti già superati dalle ricerche di Nettlau, Riazanov, Freymond, che certamente conosce, ma che non cita in questa sede e non utilizza. Circa la parte avuta dai mazziniani nell'es9rdio dell'Internaziona: le, lo Hirsch si basa su materiale dichiaratamente di seconda mano e ignora anche i ricordi di Howell e di altri fra i promotori inglesi che scrissero degli italiani. Chiude il volume uno studio su Jaurès come storico, penetrante e equilibrato. Purtroppo, i lavori italiani sul tema sono anche qui ignorati, non solo quello, forse troppo recente, del Manacorda, ma anche il libro di Franco Venturi. Per contro, vi troviamo notizie interessanti, .seppure si desidererebbero più ampie, sui giudizi degli storici americani circa l'opera di Jaurès. di febbraio, che spazzò via lo zarismo, furono pubblicati, nel 1922, non altri che Lenin vi dedicò un commento critico. Era sfuggito ai socialisti democratici corµe Sukhanov, notò Lenin, che le rivoluzioni Quando gli « Appunti sulla Rivoluzio- nescono definitivamente vittoriose, solne » di Sukhanov, uno dei pochi diri- tanto se sono condotte con grandissima genti socialisti che si trovassero a Pietro- audacia, elasticità e crudo realismo: on grado al momento della rivolta popolare s'engage et puis on voit. [126] BibliotecaGino Bianco .

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