Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

ORESTE MAcRÌ, Caratteri e figure della poesia italiana contemporanea. Vallecchi, Firenze 1956. Raccogliendo con lievi varianti la sua produzione dal 1940 al 1954, O. Macrì, come egli stesso precisa nella sua Premessa, non si è proposto un riordinamento o una messa a punto nella congerie letteraria della prima metà del secolo, ma si è _limitato ad offrirci un quadro ampio, anche se incompleto, della nostra poesia, in quegli aspetti e in quegli esponenti che più hanno sollecitato il suo interesse. È nota la posizione del critico, rappresentante di quella corrente che fu detta << ermetica~, e che fiancheggiò e legittimò con intensa partecipazione i tentativi anche più estremi della giovane poesia del tempo. Oggi, pur tenen?o conto delle mutate prospettive e dello smussarsi delle polemiche, tale posizione rimane sostanzialmente la stessa nell'immutata ammirazione per il trentennio di poesia, succeduta a quella dannunziana e crepuscolare, e nella fiducia verso i suoi rappresentanti; un'insuperabile diffidenza gli suscitano invece i giovani della cosiddetta << quarta generazione », che, incerta tra la adesione all'esempio dei maggiori e la E. MAZZALI, Critica e poesia, Maia, Siena 1955. ncerca di modi nuovi, suggeriti per lo più dalle ist4nze del realismo, tarda a fornire il suggello della sua efficace presenza. Tra i numerosi saggi, di portata e- • di argomento diversi, alcuni, come quelli che studiano la critica e le fonti della poesia contemporanea e le sue antinomie e la rapida rassegna formulata al congresso di Salamanca, tradiscono l'esigenza di una sintesi e di una ricerca più vasta; ma per lo più si tratta di studi dedicati a personalità più o meno rilevanti della nos~ra poesia contemporanea (tra di essi compresi, con un'estensione che l'estetica moderna ha legittimato, Vittorini e Pratolini). Solo pochi però risentono del loro carattere occasionale, mentre in genere i singoli saggi, anche se composti di pagine scritte in_tempi diversi (~i veda, ad esempio, quello su Sereni) raggiungono compiutezza e autonomia. E, nell'insieme, si ha l'impressione di seguire un discorso vario e interessante (proseguimento di quello iniziato in Esemplari del sentimento poetico contemporaneo, Firenze 1941) che testimonia di un ininterrotto esercizio di critica militante, all'occorrenza polemica, ma sempre attenta allo svolgersi di esperienze già sicure e affermate, come ansiosa della rivelazione di nuovi valori. R. S. stici. E per far questo non sono sufficienti il filologo e l'ermeneuta, m~ occorre il critico-scrittore, •il critico-artista che sapSono raccolti in questo volumetto studi sul Flora, Valgimigli, Pancrazi, Mo- _ pia tradurre l'emozione suscitata dal temigliano e Cecchi, cinque maestri di eloquenza, intesa dal Mazzali come la difficile arte mediatrice della critica che deve riuscire a trasfondere l'incanto della poesia nella chiosa e nel commento prosasto poetico in parole che non lo travisino e non ne eccedano la misura e il ritmo. Qualità che accomuna i cinque scrittori di cui il Mazzali studia lo svolger'si del1' opera e insieme del pensiero, rilevando- [120] BibliotecaGinoBianco

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