L'evasione, evidentemente, è il contrario della liberazione, e dal protagonista, che ha spiegato e drizzato, di fron-te all'intelocutore, tutta la pompa del suo orgoglio luciferino, non c'è più da attendere che la battuta finale, inevitabile: Prononcez vous meme les, mots qui, depuis des années, n'ont cessé de retentir dans mes nuits. « O jeune fille, jette-toi encore dans l'eau pour que j'aie une seconde fois la chance de nous sauver tous les deuxl ». Une seconde· fois, hein, •quelle imprudence. Supposez, cher maltre, qu'on nous prenne au mot? Il faudrait s'èxécuter. BRR ... ! L'eau est si froidel Mais rassurons nous! Il est trop tard, maintenant, il sera toujours trop tard. Heureusement! Il «caldo.», che si ha paura di lasciare per compiere il tuffo salvatore è poi il caldo della sordida cuccia cui la febbre sempre più lo confina. La paura della responsabilità, e il male dell' « uomo del giorno », non potevano trovare simbolo più efficace e repellente: a un puro << moralista » non si può chiedere più di questo, ed è se mai ad altri che spetta dissipare criticamente gli spettri culturali che sono all'origine di quella paura, e con essi il sospetto, da cui il Camus stesso resta soggiogato, che essa sia ormai assurta a condanna apocalittica. E.e.e. LETTERATURA a cura di Elena Craveri Croce, Antonio Palermo, Elémire Zolla, . Raffaella Solmi IPPOLITO Nrnvo, Novelliere Campagnuolo. Einaudi, Torino 1956. IPPOLITO Nrnvo, Antiafrodisiaco per l'amor platonico. Le Monnier, Firenze 1956. « Ogni ideale idoleggia, com'è noto, il reale. Così non affermo io già che sia stata ai tempi di Teocrito, di Virgilio, e di Gessner, quella pastorale purezza e beatitudine descritta nei loro versi, ma suppongo che i tre poeti, altissimi e cada quei tipi immaginarii... Certo la famiglia dei campagnuoli visse semplice, più contenta, più buona d'ogni altra, e cotale. durò a lungo e dura_ tuttavia jn onta al nessun bene di questa terra cui possanoasp1rare... Ammirateli ed amateli!... non bisogna al postumo prendere a immegliare le condizioni de' contadini come se si trattasse d'una razza di cavalli; l'uomo prima di ogni altra cosa ama la libertà, onde convérrà che l'insegnamento, abborrente dal sti intelletti, abbiano intravveduto nell'a- comando, si contemperi, momentaneanimo ·dei pastori un minore scostamento mente, con 'l'abitudine». [114] BibliotecaGino Bianco
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