Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

offre gli elementi per una crztzca effettivamente intesa a liberare quello che meriterebbe d'essere chiamato veramente cc l'uomo » del nostro tempo dall'ombra che continua ad insidiare le energie vitali, ossia il rinnegato ma non veramente superato u individuo » romantico-decadente. La Chute non è, come giustamente sottolinea il Chiaromonte, nella recensione citata, un racconto che vada giudicato sul piano estetico. Anche qui, come nelle altre cose sue, il Camus manifesta il suo temperamento intensamente moralistico, pressochè precluso alla possibilità di liberazione fantastica. Esso è stato comunque lodato per la qualità «formale»; e qui ci permettiamo di fare qualche riserva su questa « forma », anche se essa è intesa non nel senso desanctisiano, ma in quello, arcaico, di gusto letterario. Proprio dal punto di vista del semplice gusto, infatti, tutta la messa in scena - l'Olanda e la bettola che servono da sfon,do simbolico, i richiami della coscienza (l'eco d'una risata e il tuffo di un suicida), il Van 1!,ick rubato, i metaforici u malcomfort », « juge pénitent », etc. - soffre di quella zuccherosità da cui del resto difficilmente s'è salvata la letteratura contemporanea tutte le volte che ha tentato il genere del « mistero ». Non è colpa del Camus se la capacità di sceneggiare certi temi con la barbara ingenuità n,ecessaria s'è persa con l'opera barocca, e se oggi, messi in scena, anche i più metafisici cieli ed inferni acquistano, delle preoccupanti rassomiglianze con quelli di cui fa abuso il varietà. L'essenziale è che una tale scenografia resta tutta esterna, paccottiglia che non intacca la vera sostanza stilistica del racconto; i{ quale resta eccezionalmente serrato, senza, si può dire, neppure una frase gratuita. La qualità e letteraria e moralistica del racconto di Camus risulta poi con particolare chiarezza nel paragone, che a noi pare inevitabile, con un racconto di genere affine qual'è L'infanzia di un capo di Sartre. Racconto {a cui effi_caciapolemica è ottenuta con un'abile, quanto in fondo grossolana schematizzazione, per cui il dramma del conformista borghese viene ridotto ad una alternativa di impotenza e violenza la cui risultante è il fascismo, il quale a sua volta non ha più, implicitamente, altra alternativa che il comunismo. Mentre il problema del protagonista della Chute, che è anch'esso un tipico esponente della classe dirigente borghese, è visto in tutta la sua complessità psicologica. Anche esteriormente esso non si presenta come il solito figlio di famiglia (del tipo, per intendersi, moraviano) eternamente avvolto nell'atmosfera protettiva e viscida della ricca borghesia; ma è un uomo che si è fatto strada con le proprie capacità intellettuali, irreprensibile socialmente, elegantemente generoso coi diseredati, che ha tutti i caratteri della migliore cultura borghese, oltre che una vita sessuale esente da complessi, erl ha tutt'insienie dello charme; ma appunto « vous savez ce que c'est le charme: une manière de s'entendre répondre oui sans avoir posé aucune questi on claire .», mentre « après un certain age tout homm·e est responsable de son visage ». Questa apparente pienezza giovanile è, in realtà, moralmente, una [1_12] BibliotecaGino Bianco

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