Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

riconosciuto dai due rami del Parlamen,to, che in varie occasioni hanno esaminato il problema, anche se a niente di definitivo si è giunti, e dalla stessa Corte Costituzionale che, avendo ritenuto che « in attesa che siano regolati i rapporti tra le due Corti, i giudici Ambrosini, Bracci e Perassi possano continuare ad esercitare le funzioni di membri della Corte siciliana », ha negato ogni validità al principio dell'abrogazione implicita e della soppressione automatica. Il D'Eufemia non ha, invece, previsto quale sarebbe stato l'atteggiamento del Governo centrale che, non valutando per nulla la prevalente dottrina, l'orientamento delle Camere e l'indicazione della stessa Corte Costituzionale, ha, per suo conto, fatto proprio il principio della soppressione automatica dell'Alta Corte, invitando il Commissario dello Stato presso la Regione siciliana a non proporre più ricorsi all'Alta Corte avverso leggi regionali siciliane ed ha proposto i primi ricorsi alla Corte Costituzionale. Attuazione concreta questa di una politica di forza dello Stato nei confronti della Regione siciliana. E non credo che sia il mio animo di siciliano soltanto a farmi ritenere che l'atteggiamento del Governo centrale si risolva in un tentativo di sopraffazione a danno dell'au_tonomia isolana. s~ l'atteggiamento governativo è giuridicamente errato, come può lo stesso essere giustificato? Da un punto di· vista politico? Ma allora, cosa si vuole che si faccia da parte della popolazione siciliana? Rapporti di questo genere vanno avviati con estrema ponderazione, perchè si rischia di compromettere, senza giovamento per nessuno, lo stato di normalità che si era ormai realizzato nelle relazioni tra Stato e Regione siciliana negli anni successivi all'entrata in vigore dello Statuto siciliano. E dire che la nostra Assemblea regionale non aveva, come non ha, assunto affatto posizioni rigide sul problema del coordinamento delle due Corti costituzionali. Voglia accogliere i più cordiali saluti. FEDERICO BARRESI Ci ripromettiamo di tornare sull'argomento qui accennato dal nostro corrispondente, della « politica di forza» dello Stato nei confronti della Regione siciliana. Certo è, intanto, che, in sede di Governo, ci si deve ormai porre il problema delle « due Corti» perchè effettivamente qui <e si rischia di compromettere ... lo stato di normalità che si era ormai realizzato fra Stato e Regione siciliana». E d'altra parte, stando alla lettera che qui abbiamo· pubblicato, sembrerebbe che si debba ancora una volta lamentare una manifestazione di quella allergia alla Costituzione che sta diventando una trista tradizione dei nostri Governi: anche se sì tratta soltanto della <e prevalente dottrina» e delle « norme che regolano il procedimento avanti la Corte Costituzionale ». F. C. [108] BibliotecaGino Bianco

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