quente; e ricordiamoci che una frazione cospicua di giovani studia in condizioni particolarmente disagiate (all'Istituto in parola, l'unico in una provincia vastissima, convengono giornalmente ragazzi e ragazze da paesi distanti persino 70 chilometri, con tre ore di viaggio, tra autobus e treno, all'andata, e altrettanto al ritorno!); è però incontrovertibile che molte delle nozioni di cui abbiamo discorso si p.pprendono già sui banchi delle ele- .mentari, e che altre si potrebber_o apprendere solo che si porgesse orecchio al giornale radio o che si posasse l'occhio sul quotidiano. Invece questi giovani non leggono; e non leggono perchè non hanno interessi mentali, perchè sono indifferenti a tutto ciò che non li tocchi da vicino, nella piccola individuale esistenz,a quotidiana. Questa indifferenza è in molti casi un portato delle difficoltà economiçhe che attanagliano la famiglia dello studente (che in questo tipo di scuola provi~ne in larga misura da ceti modestissimi) costringendolo sin dall'infanzia a preoccuparsi direttamente o per riflesso del problema del vivere immediato; ma è anche un prodotto del più vasto ambiente in cui è .inserita la sua famiglia. Questo vale specialmente per l'ambiente piccolo-borghese meridionale, ove è diffusissima la convinzione che il non interessarsi della vita che si svolge intorno a noi, nel Paese e nel mondo, specie degli aspetti politici e civili di essa vita, sia segno di furberia, di saggezza, di superiore intelligenza. Gli indici di vendita dei quotidiani nelle città del Sud parlano chiaro. Ciò spiega come giovanotti ventenni e più che ventenni « non ricordassero », ai primi di ottobre, in quale punto del globo si trova il Canale di Sue~ (ignorando pure, naturalmente, quel che per Suez stava succedendo da luglio), mentre se la cavavano in altre discipline. P,arecchi autori delle brillanti risposte che abbiamo citate furono abilitati, proprio perchè nelle discipline «fondamentali» avevano conseguito esito .positivo_ (e d'altra parte, qu,ale commissione oserebbe respingere i 4/5 dei candidati?). Erano preparati su molte cose, ma non su quelle materie civpi, su quei temi e su quei problemi che dovrebbero essere non solo materiale di informazione, ma sostanza morale di chi vuole essere educatore e non solo spacciatore di. lettere d'alfabeto, maestro di cittadini e non istitutore di sudditi. 'Ed è malinconico pensare che giovani così sprovveduti e indifferenti di fronte ai problemi della società italiana d'oggi saranno maestri nelle zone economicamente e culturalmente sottosviluppate. ROBERTO BERARDI [106] BibliotecaGino Bianco
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