Nord e Sud - anno III - n. 25 - dicembre 1956

1:fa diamo per scontata la « debolezza » negli scritti, e vediamo che succede all'orale. Qui si è avuta la conferma di ciò che è stato t.ante volte denunciato: per le preoccupazioni dell'esame scritto (che vanno a braccetto con lo scarso numero delle ore di lezione) l'insegnamento del latino è per lo più insegnamento delle regole grammatic,ali e sintattiche,consecutio, ut, si, quominis, quin ...; al resto (cioè alla conoscenza non soltanto illusoria degli scrittori, della storia letteraria, della civiltà latina) si provvede marginalmente, approfondendo di t,anto in tanto qualche argomento se e quando c'è tempo, «sfrondando» e «sorvolando» più che si può. Sicchè, agli esami, i candidati diligenti che sanno ripetere le regole della sintassi, e persino applicartele in qualche breve periodo, ti traducono (pedestremente) le poche righe di classici cui è ormai limitato lo studio diretto della latinità in quella scuola umanistica a scartamento ridotto che è, appunto, l'Istituto magistrale. Ma non appena il colloquio tra esaminatore ed es,aminato si volge alla storia letteraria, le cose volgono decisamente al peggio. I candidati «bravi» ti recitano la vita degli autori nei fatti più esterni, arido elenco di nozioni senza « perchè »; ti dicono qualche parola sul contenuto delle opere maggiori; ma è ben raro che sappiano valutare, anche nel più sommario dei modi, gli scrittori e la loro produzione, che sappiano collocarli nel clima storico che li ha formati,_ ecc. Poichè la storia romana l'hanno studiata tre anni innanzi (nella classe I), Cesare e Augusto e la Repubblica e l'Impero sono parole, e nulla più; ricordano che sono esistiti olim e basta. La storia dell,a letteratura e della civiltà latina, anche per questo verso, galleggia nella sfera dell'ignoto. La conoscenza dell'antichità classica si riduce insomma (salvo eccezioni) a pochi dati mnemonici, slegati e frammentari: in questa forma, a che serve? Non sto poi a riferire quello che si ode quando si incoraggia il candidato a dare una risposta a ogni modo. Ma comparativamente più grave dev'essere giudicata la situazione per quanto concerne la storia e la geografia, sia perchè, a differenza del latino, queste sono materie professionali, sia perchè sono sostanza di quella cultura civile senza la quale non -c'èil «cittadino» e tanto meno l' «educatore» di una comunità statale democratica (non scordiamoci inoltre che parecchi di questi ragazzi e ragazze, una volta abilitati, vivono per sempre in piccoli centri, ove il maestro è sovente la persona più istruita: qui la sua [101] BibliotecaGino Bianco

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