Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

·nel significato biblico della parola. Sorge quindi il desiderio di occuparsi in un altro settore (7 ). Parecchi diventano rappresentanti, mediatori, commerciantì, ambulanti, muratori, autisti. Avviene così un cambiamento di direzione dell'attività dall'interno, che spesso non comporta un allon_ta- . namento dai paesi d'origine. In questo quadr~ generale di forze di lavoro in movimento, i voti tributati al Partito Comunista assumono il significato di una presa di coscien- .za delle proprie possibilità e della potenziale carica rivoluzionaria che riposa nella scheda elettorale. È interessante, ora, vedere quali sono gli sbocchi di questa popolazione alla ricerca di una migliore sistemazione, animata d~l proposito di muoversi attivamente, proposito derivante dalla gravità e dalla incertezza con- .seguenti al cambiamento in atto, quasi sospinto da uno spirito pionieristico. Basta osservare la struttura sociale delle città emiliane; diremmo che è sufficiente ascoltare il linguaggio e le diverse inflessioni dialettali per sperimentare che le città sono soggette a una incessante infiltrazione di contadini, di gente di campagna. Ma l'analisi deve spingersi più oltre. Dove è diretto il flusso delle migliaia di famiglie decise ad uscire dal proprio ambente e ad avventurarsi verso la pianura e la città? È possibile stabilire, con relativa approssimazione, quali sia110le nuove occu·pazioni dei ,coloni? Come reagiscono essi di fronte alle novità dei rapporti sociali, quali conseguenze politiche produce il vasto feno•meno dell'esodo dalle cam-- pagne? . Le famiglie di mezzadri tendo110 a trasferirsi in poderi di pianura · che offrano maggiori possibilità di reddito e maggiore sicurezza. In genere il loro allontamento dalle mo11tagne non è frutto di un desiderio di di- .stacco dal lavoro agricolo. Ecco alcuni esempi illuminanti (sempre ricavati dalla indagine degli ispettorati dell'agricoltura): Il mezzadro del podere « Costa Rempi » (estensione ettari 10) in comune di Bardi, dichiara di « non ricavare da vivere »; interrompe il contratto e rimane nel territorio cer,cando lavoro come bracciante. ( 7 ) Non pare si possa accogliere nella sua integrità l'affermazione del prof. Tentori, secondo la quale << l'ideale di vita del contadino è il livello di vita del proprietario terriero» (indagine sul mondo contadino pubblicata in Comunità, n°. 39, aprile 1956). [97] · Bibloteca Gino Bianco

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