Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

di saggezza» del contadino. Questo diffuso stato d'animo si va man mano disgregando. Oggi si comincia ad a11teporre il piacere di una vita agiata all'orgoglio di una esistenza fatta di stenti e di privazioni. Il fornello a gas, la meccanizzazione agricola, l'apparecchio radio hanno operato una rivoluzione del costu1ne e della mentalità. I televisori, installati persino in villaggi di 100 anime, sono, malgrado i difetti e le parzialità dei programmi, uno spiriaglio sul mondo, risvegliano e sollecitano ambizioni e desideri di intere famiglie. I contatti dei mo11tanari con operai della città e contadini della <<bassa>>p,er la motorizzazione e la molteplicità dei mezzi di trasporto, sono sempre più frequenti. I ·visitatori sono guardati ancora con un senso di diffidenza; ma la loro disinvoltura nel portamento e nel vestire è ammirata. I loro micromotori sono oggetto di cupida contemplazione, nè è assente in chi osserva un sentimento di velata invidia. Fra b,raccianti e coltivatori di montagna si fa stra.da un sentin1ento di imitazione; e confidano 11elleproprie doti di tenacia e volontà per raggiungere e superare la loro condizione. Non tutti i pregiudizi e i fo11dati convincimenti vengono però a cadere. Alcuni permangono e sono fra le cause determinanti dell'esodo. La .fiducia nella perseveranza e nello zelo col quale sanno di poter compiere il proprio lavoro li accompagna costa11temente; la sicurezza delle proprie capacità e del proprio spirito di sacrificio fa loro sperare in un largo margine di vantaggio rispetto ai meno laboriosi e più remissivi. Non si sono ancora affermati i moderni criteri di valutazione, che incudono nel costo della vita i piu elementari bisogni dì divertime.nto e di svago. Perciò lavoratori agricoli che si trasferisco110in città in un primo tempo si accontentano anche di una sistemazione poco rimunerata. Il fatto stesso di essere alloggiati in una abitazione più confortevole, e di fruire dei vantaggi del centro urbano, è motivo di soddisfazione. Spesso sono abituati a trarre sostentamento direttamente dai prodotti della terra. Raramente conoscono e posseggono somme in danaro. Quindi l'offerta di un compenso anche modesto appare sempre cospicua. Non di rado subentra, poi l'illusione nel constatare che occorrono nuovamente sacrifici e privazioni: la somma, 1a paga mensile, àeve sostituire anche la parte di reddito che era rappresentata dai prodotti della terra in natura. Molti sono convinti che solo l'occupazio11edel contadino, fatica costante unita all'incertezza e al pericolo di un raccolto scarso e insufficiente; sia << il lavoro >> per eccellenza, quasi [96] Bibloteca. Gino Bianco

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