di saggezza» del contadino. Questo diffuso stato d'animo si va man mano disgregando. Oggi si comincia ad a11teporre il piacere di una vita agiata all'orgoglio di una esistenza fatta di stenti e di privazioni. Il fornello a gas, la meccanizzazione agricola, l'apparecchio radio hanno operato una rivoluzione del costu1ne e della mentalità. I televisori, installati persino in villaggi di 100 anime, sono, malgrado i difetti e le parzialità dei programmi, uno spiriaglio sul mondo, risvegliano e sollecitano ambizioni e desideri di intere famiglie. I contatti dei mo11tanari con operai della città e contadini della <<bassa>>p,er la motorizzazione e la molteplicità dei mezzi di trasporto, sono sempre più frequenti. I ·visitatori sono guardati ancora con un senso di diffidenza; ma la loro disinvoltura nel portamento e nel vestire è ammirata. I loro micromotori sono oggetto di cupida contemplazione, nè è assente in chi osserva un sentimento di velata invidia. Fra b,raccianti e coltivatori di montagna si fa stra.da un sentin1ento di imitazione; e confidano 11elleproprie doti di tenacia e volontà per raggiungere e superare la loro condizione. Non tutti i pregiudizi e i fo11dati convincimenti vengono però a cadere. Alcuni permangono e sono fra le cause determinanti dell'esodo. La .fiducia nella perseveranza e nello zelo col quale sanno di poter compiere il proprio lavoro li accompagna costa11temente; la sicurezza delle proprie capacità e del proprio spirito di sacrificio fa loro sperare in un largo margine di vantaggio rispetto ai meno laboriosi e più remissivi. Non si sono ancora affermati i moderni criteri di valutazione, che incudono nel costo della vita i piu elementari bisogni dì divertime.nto e di svago. Perciò lavoratori agricoli che si trasferisco110in città in un primo tempo si accontentano anche di una sistemazione poco rimunerata. Il fatto stesso di essere alloggiati in una abitazione più confortevole, e di fruire dei vantaggi del centro urbano, è motivo di soddisfazione. Spesso sono abituati a trarre sostentamento direttamente dai prodotti della terra. Raramente conoscono e posseggono somme in danaro. Quindi l'offerta di un compenso anche modesto appare sempre cospicua. Non di rado subentra, poi l'illusione nel constatare che occorrono nuovamente sacrifici e privazioni: la somma, 1a paga mensile, àeve sostituire anche la parte di reddito che era rappresentata dai prodotti della terra in natura. Molti sono convinti che solo l'occupazio11edel contadino, fatica costante unita all'incertezza e al pericolo di un raccolto scarso e insufficiente; sia << il lavoro >> per eccellenza, quasi [96] Bibloteca. Gino Bianco
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