Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

popolazioni dell'Appennino. Di indirizzo sentimentalmente populista, ispirata alla consueta mancanza del senso dello Stato che è propria dei militanti cattolici, anche se socialmente aperti (si pensi che le unità ripartimentali non erano i comuni ma le parrocchie), la « Giovane Montagna» si dimostrava peraltro priva di una conoscenza organica dei problemi di reale interesse per gli autoctoni. In definitiva, dunque, tutta la azione politica e propagandistica dei popolari (poichè questa era la sola attività intrapresa in questo settore, se si accettua l'opera personale dei parlamentari eletti nei collegi •dì montagna) era, non è certo se di proposito o involontariamente, distaccata dai fermenti e dalle esige11zesociali che già agitavano la parte meno ?bbiente di quelle popolazioni. I prodromi del processo di inquietudine e di risveglio già si preannunciavano, e lo sviluppo di essi doveva in.evitabilmente seguire. Si aggiunga, a conferma della inadeguatezza della politica popolare-democristiana, che la frattura fra elettorato e dirigenza politica è. acuita dal fatto che il collegamento e il vincolo di unione con la realtà locale si svolge mediatamente, attraverso legami con le famiglie 'patrizie', che formano l'aristocrazia e il gruppo di notabili dei vari comuni. Dalle colonne della rivista ' montanara ' si 1 bandiscono crociate per il ritorno alla montagna; ma troppo spesso si dimenticano le condizioni f economiche e sociali di mezzadri e braccianti per lo studio del folklore e ' del lessico dialettale. Il fascismo costrinse poi ad una prevalenza assoluta di questa parte dedicata al colore e alle tradizioni, abolendo, ovviamente, la libera trattazione dei problemi di carattere politico, che, pur con le manchevolezze e la unilateralità rilev~te, avevano un qualche v~ore per gli abitanti di quelle terre quasi totalmente dimenticate. Oggi la D.C., la cui forza di penetrazione va lentamente diminuendo, dura fatica a conservare un'influenza che si regge su una direttiva politica paragonabile, m11,tatismutandis, all'attivismo propagandistico e alla organizzazione di clientele nel Mezzogior110.Nonostante le remore e i ritardi imposti da questa egemo11iademocristiana, che indirettamente ha esortato all'acquiescenza e ha favorito l'assopimento, si va ormai esaurendo la tradizionale conve11zione,consacrata dalla autorevole conferma dei vecchi del paese, secondo la quale, per ragioni di ordine superiore, ciascuno è legato alla terra in cui è nato. La rassegnazione, analoga per 1nolti aspetti a quella delle plebi contadine del Mezzogiorno, trovava una giustificazione nel potere che si attribuiva al ' destino '; e si adagiava nella inesauribile « riserva [95] Bibldteca Gino Bianco

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