Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

opere di miglioria. Appezzamenti di terréno vengono anche dati in compartecipazione. 1,ulti i proprietari dicono di voler trovare un nuovo colono 0 vendere, in •'1asodi esito negativo della rioerca, il fondo. Ma gli eventuali acquirenti non possono essere 11umerosi, se si tiene anche presente che gli appezzamenti di terreno che costit11isconol'unità poderale sono dispersi, lontani fra di loro e spesso situati in zone impervie, dal suolo argilloso, lo.n- • tani dalla fattoria o dal paese. I mezzadri (6 ), circa il 121~ dei lavoratori agricoli dell'Appennino emiliano, no.n costituiscono che una parte della numerosa schiera che an11ualmente lascia la montagna. I piccoli coltivatori, i braccianti nullate11entidei capoluo,ghi o delle frazioni, oggi sono spinti a mutare la natura o il luogo delle proprie attività. Ma lo stato di estre1na indigenza, la durezza del lavoro, la esiguità del reddito e la mancanza di abitazioni confortevoli non bastano a giustificare l'abbandono del podere da parte di contadini, abituati ad angustie anche più dure e capaci di sacrifici anche maggiori. Altri motivi, di carattere psicologico più che econornico, contribuiscono a sollecitare il trasferimento. Sono mancati qui, come si diceva, dopo la caduta del fascismo col suo bagaglio di misticisn10 e di retorica, gli aedi, i cantori della << salubrità » d.ella vita in 1nontagna, da prefirirsi in modo assoluto ad ogni sistemazione di altro genere. L'unico consistente ostacolo e ritardo al processo di evoluzione è costituito dalla errata impostazione politica, in relazione ai pro,blemi dei lavoratori e dei braccianti della montagna, della classe dirigente della D.C., cl1e in queste zone raccoglie una lar·ga maggioranza di suffragi. L'egemonia della Democrazia Cristiana nelle terre appenniniche si ricollega alla crescente influenza esercitata nelle regioni rnontane dal vecchio partito popolare. I « popolari », fin dalla trasformazione del movime11to cattolico in partito politico, hanno considerato la montagna come uno dei territori più favorevoli alla espansione delle forze cattoliche. La « Gz·ovaneN· lontag1za », un periodico che si definiva « rivista mensile di studi _montanari », nacque p•er iniziativa di uomini di parte cattolica e fu sempre fiancheggiatrice del P.P .. Essa per anni ha costituito l'unico strumento di informazione in cui si dibattessero questioni relative alle ' ( 6 ) Per una esatta conoscenza dell'istituto della mezzadria si veda il volume di Luigi Preti: << Le lotte agrarie nella valle padana» - Einaudi, Torino 1955. [94] Bibloteca Gino Bianco

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