Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

. . _,. Al questionario loro sottoposto dagli incaricati delle ricerche i coloni hanno così risposto: << Il podere era insufficiente al mantenimento della famiglia » ; << il podere era troppo pi.ccolo»; << desideravo migliorare le condizioni economiche della famiglia». In molti casi essi si sono allontanati dal vecchio terreno di lavoro perchè mancava la casa di abitazione, o erano assolutamente inesistenti i servizi igieni!ci,o mancavano la illuminazione elettrica e l'acqua potabile. Solo una esigua parte di lavoratori agricoli si allontana per disaccordo col proprietario sul modo di conduzione del podere. La assoluta libertà contrattuale, invocata da molti in conseguenza di una pretesa e addotta impossibilità di accordo fra le due parti del rapporto di compartecipazione, nel nostro settore ha solo raramente riscontro nella realtà. E molto spesso le divergenze nascono proprio, sia da parte del ·concedente che del mezzadro, dal fatto di essere vincolati ad una piccola proprietà che non rende in modo soddisfacente. Non si giustifì,cherebbe, sotto questo riguardo, la enorme preoccupazione s·uscitata dal progetto di legge per la disciplina dei contratti agrari fra i proprietari di terreni condotti a mezzadria o concessi in locazione. La quasi totalità ha sostenuto con intransigenza il principio della assoluta libertà contrattuale ed ha considerato la introduzione della giusta causa permanente come la prima fase di un processo di espropriazione. E:videntemente, la difesa dell'astratto e formale diritto di pieno dominio ha reso ardua una previsione obiettivamente facile: il disagio conseguente all'abbandoni dei campi e la difficoltà di sostituire le vecchie maestranze agricole con nuova mano d'opera crescerebbero a dismisura con la incertez- . za e la precarietà connesse al sistema di libera disdetta. Benchè l'abbandono del podere non comporti la sua completa im,produttività, tuttavia l'economia mo11tana, già scarsamente feconda, subisce un ulteriore arresto nel suo complesso, anche se diminuisce il numero dei lavoratori iehe da quella terra debbono trarre sostentamento. Diffi.cilm,ente nuovi coloni sono disposti a subentrare. Molti fondi vengono coltiyati direttamente, o con mano d'opera spesata o giornaliera, o condotti in economia, o con mano d'opera a·vventizia. Parecchi rimangono del tutto abbandonati. Numerosi proprietari affittano o vendono il bestiame e lasciano in concessione a pascolo un podere su cui da anni si erano prodigati con [93] Bibloteca Gino Bianco

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