I Q. 35-40 annunui (3 J. Queste indicazioni si possono facilment~ rilevare og,.. servando le estensioni degli innumerevoli poderi in cui si sono andate frammentando le maggiori proprietà fondiarie. Non esistono che pochi grossi centri abitati in cui si riuniscono i coltivatori; le frazioni superano difficilmente i 200 abitanti, e il capoluogo è solo in casi non molto numerosi la residenza dei contadini. In esso dimorano, in maggioranza, commercianti, impiegati, professionisti; e tutti coloro che esercitano attività non agricole (circa il 20o/~della popolazione totale che vive in campagna). Questa vicinanza, questo permanente contatto con la terra che àissoda e coltiva non creano nel contadino la sensazione che il podere sia una sfera chiusa dalla quale non ci si debba distaccare. Egli sente l'influenza e il richiamo del più vicino centro, dove la popolazione conduce una esistenza sotto certi aspetti analoga a quella delle città. Mentre diminuisce l'attaccamento quasi religioso al proprio lavoro esercitato in quel determinato luogo, la terra stessa acquista un valore prevalentemente, se non esclusivamente, economico; solo in second'ordine assume una rile,ra11zaed un carabtere affettivo. La elevata densità demografica (60 per Kmq), in relazione alla estrema scarsita produttiva, ha causato un ec.cessivosfruttamento delle terre alte, ha portato a una sproporzio11ata estensione del campo, del prato, del pascolo, ser.npre a danno del bosco, su terreni che non prese11tavanoadeguata suscettività produttiva per la trasf.ormazione agraria. Inoltre, la produzione foraggera della montagna rappresenta solo la metà del foraggio necessario per mantenere il bestiame esistente. Come prima si diceva, il pascolo ( 3 ) Medici e Orlando, in << Agricoltura e disoccupazione » (Bologna 1952), stabiliscono in 10 ettari di terreno seminativo la estensione indispensabile per un equilibrio col reddito agricolo cui potrebbe aspirare una media famiglia contad ina. Occorre tener presente che gli A.A. si riferiscono a terreni di media fertilità. Ino ltre,. nonostante la trasformazione di migliaia di ettari di bosco in seminativo, le aree suscettibili di una coltivazione anche scarsamente redditizia sono di gran lu nga inferiori ai terreni di altra natura, come si può rilevare dai seguenti dati rel ativi alla montagna parmense-reggiana: Seminativo 22,74% seminativo arborato 2,27% prato 3,59% vigneto 0,18% BiblotecaGi_noBianco [88] Bosco ceduo 43,92% cespugliato 5,26% castagneto da frutto 5,70% pascolo 2,89%
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==