Investimenti esteri G. E. PISTOLESE: Investimenti esteri' e Mezzogiorno; in cc Rivista di Politica Economica», giugno 1956. In tema di integrazioni di capitali esteri che possono essere assicurati ai programmi di potenziamento p•roduttivo e civile delle regioni meridio .. nali i primi passi concreti sono stati già in parte realizzati per quanto riguarda la Francia, mentre so,no ancora nella fase dello studio e dell'impostazione di massima per quanto si riferis~e alla Germania. Difatti, nell'ambito della cooperazione economica italo-francese, già è stato realizzato· un accordo, mediante il quale le. banche francesi sono autorizzate a mettere a disposizione della Cassa del Mezzogiorno e degli Enti ,li Riforma un credito che potrà raggiungere la cifra di 12 miliardi di francl1ì per cinque anni all'interesse del 5%. Se, dunque, la cooperazione fra l'Italia e la Francia appare ben avviata, anche in conseguenza della vitalità dimostrata dall'apposito strumento che è stato creato per concretizzare i reciproci rapporti (Comitato di Cooperazione italo-francese), le stesse previsioni possono farsi anche nei riguardi della Germania, con la quale, appunto, è stato costituito un analogo cong~- gno (Comitato Permanente economico italo-tedesco) che dall'esperienza dell'altro certamente ricaverà positive indicazioni di carattere funzionale. Di qu~sto Comitato di recente costituzione non si possono ancora ovviamente allineare i primi risultati, ma si sa che anche per questo Paese riguarderanno un aumento dell'interscambio commerciale ed un maggiore interessamento nella messa in valore delle zone depresse dell'Italia meridionale. Uno dei campi d'azione che si dischiude alla cooperazione economica italo-tedesca, ed è da ritenere che sarà preso in considerazione dal. nuovo Comitato, è quello dei brevetti, dello scambio di tecnici, di parziali trasferimenti di industria, che potranno largamente concorrere a quel risveglio tecnico che è indispensabile nelle attività economiche del Mezzogiorno e che indubbiamente è facilitato dal fatto che molte iniziative, dovendo essere imposte exnovo, non avranno bisogno di successive .riconversioni, a più o meno breve scadenza. Queste prospettive, riguardanti solo due importanti Paesi europei, costituiscono la testimonianza di quanto potrà essere operato in una sfera più ampia, sia mediante accordi bilaterali, sia mediante intese multilaterali. Per queste ultime, purtroppo, non si sono ancora raggiunti risultati concreti nè sembra che questi siano imminenti. Di qui la necessità di una sempre più attiva presa di posizione del nostro Paese nell'ambito internazionale, cì1e . deve essere suffragata anche da una corrispondente attitudine interna, volta a creare le condizioni ambientali e psicologiche necessarie per l'afflussQ di una più larga iniziativa straniera. [82] Bibloteca Gino Bianco
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