Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

stenti universitari, la percentuale del Sud è grande nelle categorie superiori e bassa, tranne qualche eccezione,. in quelle inferiori. Ciò è connesso al fatto che nel Sud le attività economiche (industria, commercio, attività liberali) che assorbono una percentuale rilevante di persone dotate di capadtà e cultura superiori alla media hanno importanza molto minore che nel Nord. Disoccupazione La disoccupazione nel 1955; m « Documenti di Vita Italiana», settembre 1956. Gli iscritti alle liste di collocamento hanno registrato nel 1955 una leggera diminuzione rispetto agli anni 1953 e 1954. Infatti la media degli iscritti, che è stata di. 2.181.230 unità nel 1953 e di 2.197.299 nel 1954, è discesa nel 1955 a 2. 160.982 unità, con una contrazione di 36.317 elementi, pari .all'l,65%, nei confronti dell'anno precedente, e di 20.248 pari a:llo 0,93%, rispetto al 1953. Dalla ripartizione territoriale degli iscritti considerati nel loro complesso (comprendenti cioè le cinque classi: dei disoccupati già ·occupati, delle persone in cerca di prima occupazione, delle casalinghe in cerca -di occupazione, dei pensionati in cerca di occupazione e degli occupati in cerca di diversa occupazione) si rileva che soltanto nell'Italia insulare si è .registrato, rispetto al 1954, un aumento che assomma a 5.706 unità, pari al 2,35% (da 243.112 a 248.818). Nelle altre tre grandi ripartizioni geografiche si è, invece, verificata una diminuzione che ammonta a 26.956 unità, pari al 3,88% nell'Italia meridionale (da 694.885 a 937.988) e a 12.179, pari all'l,28% nell'Italia settentrionale (da 950.167 a 937.988) e a 2.888 unità, pari allo 0,93%, nell'Italia centrale (da 309.135 a 306.247). Limitando peraltro l'esame al totale degli iscritti nelle prime due classi (disoccupati _già occupati e persone in cerca di prima occupazione) si riscontra lo stesso andamento con la differenza che la contrazione maggiore, in valore percentuale, si è avuta nell'Italia centrale con il 3,30% (da 269.618 a 260.,729: - 8.889 unità); segue l'Italia meridionale con il 3,19 (da 638.527 a 618.178: - 20.349 unità) e l'Italia settentrionale con il 2,95% (da 831.562 a 807.02-0: - 24.542 unità). Nell'Italia insulare, sempre per le prime due classi, l'aumento è stato di 8.513 unità, pari al 3,89%, essendo passata la relativa media da 218.974 a 227.487. (81] ibliotecaGino Bianco

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